INTERVISTA: Ottavia Piccolo, moglie disperata di desaparecido

Ottavia Piccolo ci parla di “Buenos Aires non finisce mai”, dramma dei desaparecidos in scena al Cinema Teatro di Chiasso sabato e domenica. “Il teatro purtroppo propone solo barzellette. Io ho voluto parlare della sofferenza delle donne in un periodo storico tra i più orribili”.
Ottavia Piccolo ci parla di “Buenos Aires non finisce mai”, dramma dei desaparecidos in scena al Cinema Teatro di Chiasso sabato e domenica. “Il teatro purtroppo propone solo barzellette. Io ho voluto parlare della sofferenza delle donne in un periodo storico tra i più orribili”.
Perché ha accettato di recitare in “Buenos Aires non finisce mai”
“Perché credo che il teatro, oltre a farci passare delle ore piacevoli, dovrebbe avere uno scopo civile, aiutarci a pensare e a riflettere. “Buenos Aires non finisce mai” è un’opera che spinge alla riflessione. Tratta infatti un argomento attuale: i desaparecido argentini, un argomento che a distanza di tempo se ne continua a parlare. Dove c’è violenza, guerra, odio e dolore allora ci sono gli esseri umani che soffrono e credo che sia giusto che se ne debba parlare. La protagonista, Elsa, è una donna il cui marito è stato preso dai militari nel 1978. Per 22 anni non ha mai fatto niente per scoprire che fine abbia fatto, fino a quando non inizia un percorso a ritroso nel tempo, venendo così a conoscenza, e noi con lei, di quello che è successo”.
Perché è un’opera attuale?
“Perché oggi come allora il mondo è pieno di violenza, ingiustizie e gli avvenimenti di questi giorni enfatizzano gli aspetti negativi che fanno parte della vita. Non c’è bisogno che una pièce parli di attualità per essere attuale. Il dolore che scaturisce dalla violenza non ha tempo e non è collegabile a un periodo storico. Riportare sulla scena un tema come la ribellione delle donne, tema presente in Buenos Aires, non è per niente datato. Già nel titolo c’è qualcosa di attuale, “Buenos Aires non finisce mai” vuol dire che l’odio di quel periodo non è finito ma continua a vivere nella nostra società in forme diverse”.
Nella pièce lei interpreta la parte di una donna a cui le hanno ucciso venti anni prima il marito e lei ne viene a conoscenza solo molti anni più tardi. Come si è trovata in questi panni?
“Ho letto il libro “Le irregolari” di Massimo Parlotto e mi sono uscite le lacrime. Mi sono detta “devo assolutamente interpretare questo personaggio”, anche perché credo che quelli della mia generazione non ne sapessero abbastanza, di quello che era successo in Argentina con il Golpe dei militari. Mi sono ritrovata con la voglia di raccontare questo momento storico. Il dramma interiore che prova una donna è sempre uguale per tutte le donne, non importa se sono bosniache, argentine, islamiche. Ecco ho voluto rappresentare questo dramma”.
Nella sua lunga carriera ha interpretato molto personaggi femminili qual è quello che le è rimasto più vivo nel ricordo?“In genere viene da dire che l’ultimo personaggio è sempre quello più bello. Ma se vado indietro con la memoria ricordo con particolare affetto il personaggio del matto nel Re Lear di Shakespear con la regia di Strehler. Ma le cose più importanti sono quelle che devono ancora venire”.
Ha iniziato a calcare il palcoscenico già da bambina con “Anna dei miracoli”e in tutti questi anni ha recitato di tutto. Ma c’è una pièce che vorrebbe interpretare e che ancora non ha fatto?
No. Non mi fisso mai su una cosa solo perché il personaggio è bello. È la necessità di fare una cosa che mi spinge ad accettare un copione. Sono le condizioni esteriori, i collaboratori, gli altri attori, la regia, che mi da la carica a dire di sì.
Le cito cinque nomi maschili che hanno avuto a che fare con lei. Lei mi darà una definizione per ognuno. Iniziamo con Giorgio Strehler.
“Il maestro”
Luchino Visconti
“Il rigore”
Gabriele Lavia
“La collaborazione”
Massimo Ranieri
“La simpatia”
Alan Delon
“La bellezza, ma quella di quando era giovane non quella di oggi”.
Secondo lei dove sta andando il teatro oggi?
“Dove stia andando io non l’ho ancora capito. So solo che è sempre più difficile fare teatro di qualità. È frustrante sentire chiedersi, ogni volta che si propone una pièce, se si ride e se c’è qualcuno della televisione. Credo che il teatro si stia privando della sua specificità, ossia quella di raccontare l’essere umano, e si sta riducendo invece a raccontare delle barzellette. Certamente bisogna anche ridere, ma a volte si supera il limite del buon gusto ed è quello che accade oggi”.
Ha toccato un male molto diffuso del teatro italiano di oggi, quello di chiamare sulle tavole del palcoscenico star e soubrette della televisione.
“Beh, è un po’ deprimente. Fondamentalmente non sono contraria al fatto che le soubrette della tv facciano teatro. La recitazione è un’arte che si può apprendere con lo studio e con l’impegno. Purtroppo manca proprio l’impegno e la serietà, criteri fondamentali per realizzare un prodotto di qualità. Molti produttori purtroppo pur di avere il nome famoso, il nome che fa audience in tv, sono disposti a tutto, mettendo da parte la qualità dell’opera”.
Chiudiamo questa intervista con una domanda un po’ di rito per un giornale on line. Ottavia Piccolo e Internet? Si conoscono?
“Si conoscono molto poco. E questo perché Ottavia Piccolo ha sempre avuto un pessimo rapporto con la tecnologia. È uno strumento molto utile e ogni volta mi prometto di impegnarmi per studiarlo seriamente, ma poi quando mi decido spuntano altre mille cose da fare e allora rimando di giorno in giorno. So che su Internet ci sono alcune pagine che parlano di me, ottime biografie, schede, interviste e quindi tutto ciò non può che farmi piacere”.
Salvo Feo
Buenos Aires non finisce mai", Cinema Teatro di Chiasso sabato 13 ottobre ore 20.30 e domenica 14 ottobre ore 16.00.
Domenica 14 ottobre alle 18.30, nell'ambito della rassegna di conferenze "Dietro le quinte" organizzata in collaborazione con il Circolo Cultura Insieme, ci sarà un incontro con il Signor Piccardi, regista di "Buenos Aires non finisce mai" e Ottavia Piccolo, interprete della pièce.
Scheda
Buenos Aires non finisce
Di Vito Biolchini e Elio Turno Arthemalle
Liberamente ispirato al romanzo “Le irregolari” di Massimo parlotto
Interprete: Ottavia Piccolo
Regia: Silvano Piccardi
Musiche: Maurizio Camardi
Collaborazione alle musiche: Alfonso Santinone
Produzione: La Contemporanea 83, Roma
Con il patrocinio di Amnesty International








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