ITALIA: E' morto Ferruccio Amendola, diede la voce a Dustin Hoffman, De Niro e Al Pacino
Attore e doppiatore, è morto questa mattina a Roma.
Celebre voce di tanti attori americani sin dal dopoguerra, Amendola è stato per gli italiani soprattutto la voce di Dustin Hoffman, Robert De Niro e Al Pacino. Ma più di recente Amendola aveva anche dato prova di attore soprattutto in alcune fiction televisive.
La sua prima esperienza da doppiatore fu quella del bambino in "Roma città aperta": fu la nonna a insegnargli la parte. Ma si trattò di un episodio a se stante, spiegava Ferruccio Amendola, torinese, classe 1930, figlio e nipote di attori, che alla carriera professionale da doppiatore si avviò a 27 anni. Una carriera che lo avrebbe portato prestare la voce a tante star di Hollywood, da Dustin Hoffman a Robert De Niro, da Al Pacino a Sylvester Stallone, caso forse unico nel mondo, e a diventare il principale esponente della tradizione italiana del settore.
"Quando ho iniziato io - raccontava - si doppiava quasi in toscano, senza inflessioni dialettali. Io ho introdotto uno stile parlato colloquiale". Quello stile, accompagnato a una voce pastosa, quasi nasale, dai toni profondi, gli aveva regalato una popolarità tale da lavorare anche da indipendente. E quando la UIP, qualche anno fa, decise di "rubargli" dopo vent´anni il personaggio di De Niro per la versione italiana di "Casino" (la prima volta lo aveva doppiato in "Taxi driver", nel ´76), Amendola protestò, ricordando che lo stesso attore si era sempre detto entusiasta del suo doppiaggio, e soprattutto restò spiazzato il pubblico, che non riconobbe più la voce "storica" di De Niro.
Ma Ferruccio Amendola è stato anche un volto del cinema e della tv: ha interpretato musicarelli anni ´60 e film come "Viaggio di nozze all´italiana", "Riderà" , "Il ladro di Damasco", "Cuore matto", "Chissà perchè capitano tutte a me". E soprattutto sul piccolo schermo ha assaporato il grande successo a 50 anni, prima con "Storia d´amore e d´amicizia", poi con "Quei trentasei gradini", in cui era Pietro, il portiere costretto a vivere nel sottoscala e perdutamente innamorato della signora del piano nobile (Maria Fiore). È stato ancora Ulisse, il barbiere di paese che va a tentare la fortuna in città in "Little Roma" e poi il dottor Aiace, medico bonario della serie "Pronto soccorso" del ´90, che ebbe anche un seguito.
Parte della sua popolarità resta legata ad alcune pubblicità televisive e radiofoniche che hanno dato corporeità alla sua inconfondibile voce, come quella per Greenpeace, di cui è stato testimonial nel ´96. L´ultima campagna è di pochi mesi fa, per la Giornata nazionale per i diritti dell´infanzia e dell´adolescenza: lo spot, girato in una scuola elementare, aveva come sottofondo le note di Alex Britti e la voce narrante appunto di Amendola: "Da bambino volevo essere un calciatore, da bambino volevo essere un astronauta... ma soprattutto da bambino volevo essere un bambino".
ATS




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