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Un finale ancora da scrivere

Iniziata la discussione del Preventivo. Il Consiglio di Stato: «Evitare la gestione provvisoria».
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Un finale ancora da scrivere
Iniziata la discussione del Preventivo. Il Consiglio di Stato: «Evitare la gestione provvisoria».

BELLINZONA - Cominciata oggi, la “battaglia” sul preventivo 2026 in aula si preannuncia ancora lunga.

I conti - Il messaggio del governo presenta un deficit di 97,4 milioni di franchi. Al contempo, prevede misure di riequilibrio finanziario di circa 120 milioni di franchi. Nel documento non sono considerate le due iniziative sulle casse malati votate lo scorso settembre.

No al duello alla messicana - «La nostra visione è responsabile e orientata al benessere collettivo e alla stabilità - è il commento del presidente del Governo Norman Gobbi - La sua approvazione è essenziale, anche per consentire l’attuazione della volontà popolare espressa il 28 settembre. La logica del duello alla messicana non giova a nessuno. Rende più difficile individuare proposte concrete».

Pragmatismo e sforzo da parte di tutti - Il direttore del dipartimento delle Finanze e dell'Economia Christian Vitta sottolinea come, «senza nessun intervento, nel 2028, il rischio è che il disavanzo raggiunga i 700 milioni di franchi. Con pragmatismo e sforzo da parte di tutti, si possono trovare le convergenze ed evitare la gestione provvisoria e tutte le conseguenze che ne derivano».

Centro-Plr - Sono tre i rapporti presentati. Nessuno dei quali, almeno sulla carta, ha i numeri solidi per essere approvato. La maggioranza della Commissione della Gestione, formata da Centro e Plr, propone di approvare il messaggio presentato dal Governo (con la sola esclusione dell'aumento dell'imposta di circolazione), perché non farlo «indebolirebbe il Parlamento, che perderebbe la possibilità di dare indicazioni vincolanti al Governo e di fissare i criteri per l’attuazione delle iniziative». Il documento, stando alla discussione in aula, dovrebbe contare sui voti anche di Avanti con Ticino&Lavoro e i Verdi liberali.

«Responsabilità istituzionale» - Per Matteo Quadranti (Plr), «il rapporto è nato da un senso di responsabilità istituzionale, che però non è una lettera in bianco. Ci sono margini di manovra per rendere più efficienti alcuni ambiti di attività dello Stato». Per Maurizio Agustoni (Centro), «il preventivo, forse per la prima volta da anni, è costruito sulle reciproche concessioni ai rispettivi tabù».

Lega-Udc - Sono due i rapporti firmati dalle minoranze della commissione. Lega e Udc propongono di approvare il preventivo, imponendo però «l’obiettivo del pareggio economico». Si propone, in concreto, un freno sulle entrate di competenza del Gran Consiglio (pari a 61,4 milioni), la non sostituzione del personale dello Stato partente nella misura del 50% (contro il 10% previsto dal Governo) e i tagli sul settore dell'asilo.

«I soldi vanno lasciati ai cittadini» - Per Michele Guerra (Lega) «i soldi vanno lasciati in tasca ai cittadini. La via d’uscita esiste: servono coraggio e chiarezza. Una barca senza destinazione chiara non arriva in porto, affonda. Oggi suoniamo una campanella d’allarme». Gli fa eco il collega di partito Boris Bignasca: «Vogliamo applicare allo stato i principi che applicherebbe un buon padre di famiglia. Uno Stato gigante con i piedi di argilla, cioè con le finanze claudicanti, alimenta il populismo».

«Obiettivo: pareggio di bilancio» - «Approvare il rapporto di maggioranza significa alimentare il circolo vizioso delle misure puntuali, senza arrivare all’obiettivo», è il commento di Roberta Soldati (Udc). «Il nostro documento può sembrare duro e inflessibile, ma ha un obiettivo: il pareggio di bilancio».

Ps-Verdi - Da sinistra, invece, socialisti e verdi vincolano l'approvazione dei conti allo stralcio di «alcune misure di risparmio ritenute inadeguate o troppo incisive sulle fasce più fragili della popolazione». Tra queste, svetta il taglio ai sussidi per i premi di cassa malati, pari a 6,5 milioni di franchi, ribadito anche in uno dei cinque emendamenti presentati giovedì scorso. Un tassello, quest'ultimo, che potrebbe essere una chiave per "sbloccare" la complessa discussione e indirizzare l'esito del voto sui conti in aula.

L'apertura socialista - Critico Ivo Durisch (PS): «Inutile dire che mancano i soldi dopo averli regalati ai più benestanti. I cittadini non sono dei bancomat. I veri sprechi sono i regali fiscali, non i servizi ai cittadini. E in questi anni sono aumentate le disuguaglianze». Per Fabrizio Sirica (Ps) «si tratta di un preventivo profondamente sbagliato, insufficiente e ingiusto». Però, sottolinea come sia anche «il momento della responsabilità: non si può ragionare solo per convenienza di parte: di fronte a segnali concreti da parte di Plr e Centro su premi cassa malati, ripam e tutela fasce più deboli e sui dipendenti, noi potremmo fare un’astensione responsabile sul dossier di maggioranza».

Gli emendamenti - Sono 21 in totale gli emendamenti previsti (un anno fa furono più di 70), la maggior parte dei quali riguardanti i valori di stima, i tagli e le iniziative sulle casse malati votate a settembre. Inoltre, il Plr ha proposto di innalzare al 20% la quota del personale dello Stato da non sostituire. Il Centro proporrà lo stralcio del taglio ai sussidi della cassa malati, sulla falsariga dell'emendamento del PS, ma vincolato all'arrivo dei soldi della BNS.

La mozione rivotata - In apertura, si è rivotato sulla mozione "Troppi aiuti sociali agli stranieri penalizzano i ticinesi: un approfondimento è indispensabile" presentata dal leghista Alessandro Mazzoleni (un mese fa circa l'aula si era spaccata a metà). Questa volta, il rapporto di maggioranza ha totalizzato 44 voti a favore e 38 contrari.

Si continua domani - La discussione ha poi iniziato a riguardare i singoli dipartimenti: si è iniziato con la Cancelleria dello Stato, per poi proseguire con il dipartimento delle Istituzioni e il dipartimento della Sanità e della Socialità. Il dibattito continuerà domani: inizierà alle 13 e continuerà fino alle 23 circa.

Nominati due giudici - Moreno Capella e Manuela Frequin-Taminelli sono stati eletti giudici della Corte d’appello e di revisione penale. Per quest'ultima, c'è voluto un secondo turno di votazione (superato il candidato indicato dalla commissione Giustizia e diritti Andrea Maria Balerna).

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