«Chiusura dei terminal cargo di Cadenazzo e Lugano: cosa vuol fare il Cantone?»

Lo chiede in un'interrogazione al Consiglio di Stato Matteo Quadranti del PLR
BELLINZONA - «Considerato che la Confederazione, tramite FFS Cargo, ha deciso di chiudere i terminal merci di Cadenazzo e Lugano, concentrando l’intero traffico combinato ticinese sul solo terminal di Stabio a partire dal 2026 e considerato che tale scelta rischia di vanificare gli ingenti investimenti pubblici (oltre 24 miliardi di franchi) realizzati con AlpTransit per il trasferimento modale dal trasporto su gomma a quello su ferro, chiediamo quali iniziative intende intraprendere il Cantone per mitigare l’impatto negativo della chiusura sul sistema logistico ticinese, sulla mobilità e sull’ambiente?».
È un passaggio dell'interrogazione al Consiglio di Stato presentata da Matteo Quadranti (PLR) che rileva che «la chiusura di Cadenazzo spezza l’equilibrio territoriale, eliminando una valvola di sfogo trasversale verso il Piemonte e concentrando tutto il traffico del Sopraceneri sui corridoi già saturi dell’A2 e della litorale del Lago Maggiore, dove si sono registrate 5’000 ore di coda nel 2023 (+34% rispetto all’anno precedente)».
Quadranti fa anche presente che «la scelta federale rimette sulle strade almeno 25’000 camion annui, con stime degli operatori che arrivano a oltre 100’000 camion se si considera l’effetto a catena sui collegamenti trasversali, superando di gran lunga il limite costituzionale di 650’000 camion transalpini annui, già sforato del 38% nel 2021».
E chiede, con il supporto dell’associazione d’area PLR -LEA, lumi riguardo a quali siano «le valutazioni del Cantone sull’impatto che la chiusura dei terminal avrà sui volumi di traffico merci su strada e sulle emissioni di CO₂ e inquinanti lungo l’A2 e la litorale del Lago Maggiore» e se «il Cantone ha valutato alternative per la gestione privata o in partnership pubblico-privato dei terminal cargo, come dimostrato dall’esperienza di Chiasso Hupac e come proposto da esperti del settore»?
L'esponente del PLR vuole conoscere «quali iniziative sono in corso o previste per sfruttare le potenzialità del Lago Maggiore come via d’acqua per il trasporto merci tra Ticino, Lombardia e Piemonte» e «in che modo il Cantone intende rafforzare la cooperazione transfrontaliera e l’integrazione nei progetti europei (Interreg, SWITCH) per promuovere soluzioni intermodali sostenibili e ridurre la congestione dei corridoi logistici».
Interroga anche il Cantone sul fatto che abbia «intrapreso» o intenda «intraprendere iniziative per sensibilizzare la Confederazione».