Il SISA ha preso posizione sui tagli previsti dal rapporto di maggioranza per il preventivo 2025.
BELLINZONA - Dopo la presa di posizione della Lega, questa mattina anche il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è sceso in campo contro i tagli previsti dal rapporto di maggioranza della commissione gestione per il preventivo 2025.
«Sebbene fosse una voce che riecheggiava da tempo, è con rabbia che apprendiamo la decisione presa dalla maggioranza ultraliberista della commissione della gestione in materia scolastica», si legge in una nota stampa. «Tra i tagli draconiani che questa commissione intende introdurre nel preventivo spicca un provvedimento quantomeno eclatante: tagliare ben 2 milioni alla pedagogia specializzata, oltre ai 7 milioni già previsti per le scuole elementari, medie e superiori.Si tratta, infatti, dell'ennesimo capro espiatorio che, nelle reali intenzioni dei suoi promotori, mira ad applicare i dogmi neoliberali in ambito educativo».
Il SISA si chiede come si possa giustificare un taglio di 2 milioni, «per mere ragioni di bilancio, su un settore la cui necessità di intervento è crescente, e nel quale le figure professionali adibite a tali attività si trovano sotto una pressione insostenibile».
«“La scuola speciale è un fallimento!”, “Non vogliamo una scuola ideologica”: queste sono solo alcune delle vergognose affermazioni dei neoliberisti nostrani, autori dello smantellamento della scuola pubblica. La realtà dei fatti, tuttavia, è ben diversa».
Il loro obiettivo «è antipedagogico e antidemocratico: creare un sistema scolastico a due velocità. Un mantra neoliberale che il SISA conosce bene: la scuola pubblica viene ridotta all'osso e il sistema scolastico si trasforma in un'azienda».
Le conseguenze secondo il sindacato? Un numero inadeguato di docenti nella scuola speciale, in un ridotto numero di ore di logopedia, e in un finanziamento insufficiente per gli istituti che accolgono studenti con situazioni complesse. In sostanza, «solo coloro che possono permetterselo possono accedere a un insegnamento di qualità. Le logiche di mercato non hanno nulla a che fare con le reali esigenze educative delle studentesse e degli studenti ticinesi. Il Cantone Ticino ha già la spesa scolastica pro capite più bassa della Svizzera. È dunque giunto il momento che il Cantone risponda concretamente alla richiesta di affrontare la precarietà del sistema scolastico e giovanile, infrangendo il dogma neoliberale che recita “meno stato, più mercato”».