Una mozione del consigliere nazionale Lorenzo Quadri chiede correttivi a Berna. La sola iscrizione al post-grade costa 25mila franchi ed è poco attrattiva per il datore di lavoro
BELLINZONA/BERNA - Il tema dei neo-farmacisti di serie B resta scottante, e il consigliere nazionale della Lega Lorenzo Quadri torna alla carica. Con una mozione il deputato chiede al Consiglio federale di «rendere meno gravose» le conseguenze della nuova legge per i neo diplomati.
Meno pesanti perché, dal 1 gennaio 2018, la nuova Legge federale sulle professioni mediche ha di fatto scisso la professione del farmacista in due categorie: «Quelli che sono iscritti alla formazione post-grade, che diventa presupposto per esercitare un’attività privata sotto la propria responsabilità, e quelli che non sono iscritti».
Il problema che evidenzia Quadri è quello del costo di tale formazione: «Per la sola iscrizione occorrono circa 25mila franchi. Durante la formazione, inoltre, il giovane farmacista può svolgere un’attività lavorativa al massimo al 50- 70%, e supplire il responsabile sanitario per non più di due mezze giornate alla settimana. Di conseguenza, risulta poco attrattivo per il datore di lavoro».
I neolaureati che decidono, anche per ragioni economiche, di non proseguire con il post-grade, di fatto, dice il deputato «pur avendo svolto un’onerosa formazione universitaria, saranno destinati a rimanere degli assistenti di farmacia “a vita”».
E qui subentra il secondo problema, perché come evidenzia Quadri la nuova regolamentazione avrà conseguenze anche sulle assistenti di farmacia (quelle figure che il cliente spesso non distingue dal farmacista titolare perché non c’è l’obbligo di vestire un camice di colore differente): «Se il loro ruolo attuale verrà di fatto ripreso da dei laureati, le assistenti di farmacia si troveranno giocoforza confinate a compiti che non comportano la dispensazione e la manipolazione di farmaci. Risulteranno quindi fortemente limitate rispetto a quella che è la pratica attuale».
Urgono quindi dei correttivi, che il consigliere nazionale ha chiesto oggi con una mozione, dopo aver ricevuto picche a una sua precedente interpellanza.