Si è svolta a Bellinzona la manifestazione “Insieme per i diritti di tutti e di tutte”
BELLINZONA - «Rompere il silenzio contro le politiche che criminalizzano lo straniero, lo respingono, lo ricattano, lo privano dei suoi diritti civili per costringerlo a subire passivamente la precarietà professionale ed esistenziale. Perché colpire l’anello più debole, serve a colpire tutti per il profitto di pochi». È contro queste politiche che più di cinquecento persone sono oggi scese in piazza a Bellinzona rispondendo all’invito del Comitato unitario per una nuova politica migratoria. «Lottare per i diritti dei migranti vuol dire lottare per i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori perché le politiche escludenti colpiscono l’intera popolazione» ha spiegato Vania Alleva, presidente di Unia, la più grande organizzazione dei lavoratori del paese, durante il suo intervento al corteo. «Non possiamo permettere che i lavoratori siano divisi sul terreno dei diritti. La spirale della precarizzazione colpisce indistintamente. Per questo la lotta di migranti è la lotta di tutti i lavoratori» ha concluso Alleva.
«La democrazia e la libertà o sono uguali per tutti o non sono niente, solo carta bagnata, un conetto vuoto e privo di valore» gli ha fatto eco un migrante, intervenuto dal palco. «In questo paese, come negli altri, esistono solo due nazionalità. Quella di chi vive nel paese dello sforzo, del lavoro, della quotidianità. Dall’altra parte c’è il paese dei soldi e della mancanza di vergogna. Loro sono gli sfruttatori che non hanno patria, ma agitano una bandiera per i loro interessi di sfruttatori».
Insieme per i diritti di tutti è la risposta data dalla piazza e dal coordinamento unitario. «Quando a una parte della popolazione vengono negati dei diritti, ciò vuol dire che anche l’altra parte, che questi diritti li ha, non sta bene» ha spiegato un membro del comitato unitario.
«Anche le fasce più deboli della popolazione, i bambini e i minorenni, non esiste la dovuta attenzione. I rifugiati minorenni non accompagnati vengono rinviati, mentre bambini e ragazzi stranieri che frequentano le scuole qui, rischiano o sono costretti a lasciare tutto per un permesso non rinnovato».
Nell’ultimo intervento, una rifugiata cilena «approdata in questo bellissimo paese assieme alla mia famiglia, molti decenni fa», ha invitato le persone ad appellarsi alla propria coscienza «combattendo tutti insieme il capitalismo che crea solo guerra, sofferenza, disuguaglianze e il conseguente spostamento di donne, uomini, anziani e bambini alla ricerca di un mondo migliore che è un diritto di ogni umano».
Le note folk-rock ribelle della band Fleischkäse e l’aperitivo di Casa Astra di Mendrisio hanno chiuso la manifestazione di Bellinzona.