«Tante polemiche, ma ora i dipendenti lavoreranno meno guadagnando di più»

Dopo lunghe negoziazioni, oggi la Società di navigazione di Lugano ha presentato un nuovo contratto collettivo. «Hanno bisogno di fare bella figura dopo tutte quelle pessime già fatte», ha commentato il sindacalista Angelo Stroppini.
LUGANO - Licenziamenti improvvisi, contratti iniqui, intimidazioni e conflitti di interesse nella gestione della cassa pensione. Sono tante le criticità riscontrate nell'ultimo anno all'interno della Società di navigazione di Lugano (SNL). E dopo tanti mesi di polemiche e botta e risposta, con il coinvolgimento dei sindacati e delle istituzioni, arrivano infine delle buone notizie.
Oggi la SNL ha infatti presentato un nuovo contratto collettivo volto a migliorare le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti e dare una svolta positiva al clima aziendale. La durata prevista del CCL, «salvo eventi eccezionali», è di quattro anni.
«A partire da inizio 2026 verrà introdotto un CCL unico», ha spiegato Natalia Ferrara, presidente dell'Associazione del personale operante nel trasporto lacuale e terrestre Ticino. «Verrà applicato a tutti i dipendenti, tra personale navigante, stagionale, autisti, amministrazione e cantiere, esclusa la Direzione».
Tanto di positivo - Il CCL prevede un salario minimo che supera i 4'300 franchi al mese (13esima compresa) e un aumento degli stipendi per tutte le scale salariali, con una particolare attenzione a chi svolge i lavori più semplici e ha i salari più bassi. Le ore di lavoro scenderanno inoltre da 42 ore settimanali a 40 e i giorni di vacanza saliranno da una base di 20 a 22. Vi sarà poi la possibilità di ottenere bonus, e a partire dai 15 anni di attività all'interno dell'azienda sono previsti dei regali di giubileo. Infine, sono stati prolungati i congedi maternità, paternità e legati a decessi.
«Gli aumenti salariali, per le categorie meno retribuite, raggiungeranno anche i 4’000 franchi l’anno», ha precisato Ferrara. «Gli aumenti saranno invece più sottili per le categorie che venivano già ben retribuite, con aumenti pari a circa 400 franchi annui».
Una nota negativa - Tra tutti questi miglioramenti emerge però anche un inasprimento delle condizioni per quanto riguarda le assenze per malattia. Se i vecchi contratti prevedevano infatti una retribuzione del 100% durante i periodi di malattia, dal 1° gennaio la retribuzione sarà solo dell'80%, e rimarrà al 100% solo per i casi ritenuti «gravi». Sarà inoltre richiesto un certificato medico dal terzo giorno di assenza invece che dal quarto.
«Troppe assenze» - «Negli ultimi anni sono state fatte tante, troppe, assenze», ha spiegato Ferrara. «A lamentarsi di questo sono stati propri i colleghi che restavano e dovevano sopperire a queste assenze. L’idea, con queste nuove condizioni, è quella di non colpire chi davvero sta male e di sensibilizzare coloro che fanno uso in maniera troppo disinvolta delle assenze sapendo di non dover portare un certificato medico».
«Stop ai licenziamenti» - Ferrara ha poi puntualizzato che, insieme al nuovo CCL, è stato chiesto uno stop ai licenziamenti. «Questo perché è inutile presentare al personale con un bel CCL se poi tra qualche mese ci troviamo di fronte a diversi tagli».
Il Contratto Collettivo, è emerso durante la conferenza stampa odierna, è stato firmato dal personale il 12 dicembre e verrà ora trasmesso al Consiglio di Stato e all’Ufficio federale dei trasporti.
«Il CCL vale per tutti i dipendenti, nessuno escluso», ha detto Ferrara. «Se una persona non vuole sottostare a questo CCL deve lavorare per un’altra azienda».
I presenti in assemblea lo scorso 12 dicembre l'hanno votato all'unanimità, ha chiarito, «ma forse qualcuno non era presente, per protesta o altro. Noi comunque non abbiamo l’obiettivo di convincere tutti, ma di rappresentare tutti».
Timori sulle prossime mosse del Governo - Permane però una certa preoccupazione riguardo alla durata del nuovo CCL: «Se il consiglio di Stato dovesse prendere decisioni irrevocabili potremmo trovarci costretti a rinegoziare e rivedere le condizioni. Mi auguro che non sia così», ha osservato Ferrara. E a generare timori, in questo senso, è una possibile soppressione della tratta Locarno-Magadino.
«Non ci sono dei motivi oggettivi per togliere alla navigazione la Locarno-Magadino. Se però la volontà politica va in quella direzione…noi faremo la nostra parte. Non staremo certo a guardare facendo gli applausi e si battaglierà. Spero comunque che ci sia una presa di coscienza da parte del Governo. Con tutte le difficoltà e le divergenze che ci sono state in questo momento il clima in azienda è migliorato. E quest'anno è andato molto bene, la SNL ha trasportato quasi un milione di persone».
«Basta scontri a mezzo stampa» - Infine «per evitare di nuovo degli scontri a mezzo stampa», è stato deciso di introdurre una commissione paritetica interna. «Da una parte ci sarà una rappresentanza della commissione del personale, dall’altra quella della direzione».
E la questione cassa pensione? Si chiederanno alcuni. Per quello bisognerà aspettare il verdetto dell'Autorità di vigilanza sulle casse pensioni.
«Hanno bisogno di fare bella figura dopo tutte quelle pessime fatte» - A prendere posizione, intanto, è Angelo Stroppini, segretario del Sindacato del personale dei trasporti (SEV).
«Prendiamo atto di questo documento che non è stato negoziato da noi e che non è stato votato dai dipendenti il cui CCL è stato stracciato da SNL a inizio estate. I dipendenti sono stati forzati a dare mandato all'Associazione del personale operante nel trasporto lacuale e terrestre Ticino (APTL) per la negoziazione di questo documento, e vedremo se questo sia accettabile. Non potrebbe essere altrimenti considerato che la rappresentante APTL ha beneficiato del lavoro svolto dai sindacati storici che in più di un'occasione hanno denunciato irregolarità sul tempo di lavoro».
SNL, invece, «in questa fase ha un evidente bisogno di fare bella figura dopo tutte quelle pessime che ha fatto nel corso del 2025. Tra le varie questioni in sospeso con la SNL, resta aperta quella legata alla cassa pensioni per la quale il SEV si è rivolto all’autorità di vigilanza sulle casse pensioni di Zurigo», ha concluso Stroppini.



