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Autolesionismo, episodi psicotici e disturbi alimentari, già a partire dagli 8 anni

Ecco di cosa soffrono i minorenni con disturbi psichiatrici che necessitano un ricovero d'urgenza. E c'è ancora lo stigma del "manicomio".
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Autolesionismo, episodi psicotici e disturbi alimentari, già a partire dagli 8 anni
Ecco di cosa soffrono i minorenni con disturbi psichiatrici che necessitano un ricovero d'urgenza. E c'è ancora lo stigma del "manicomio".

STABIO - Sono bambini e ragazzi che stanno affrontando grandi difficoltà quelli che a partire dalla prossima settimana verranno ricoverati nell'Unità di cura pedopsichiatrica di Stabio. E presentano problematiche come autolesionismo, istinti suicidari, disturbi alimentari e episodi psicotici. Ma anche disturbi dell'umore come depressione e mania e disturbi del comportamento come aggressività. Ce lo ha spiegato ieri Carlotta De Pasquale, psichiatra aggiunta della nuovissima struttura.

Anche bambini delle elementari - E i pazienti non sempre sono in età adolescenziale: i più piccoli possono avere tra gli 8 e i 9 anni, ci spiega il direttore dell'OSC Daniele Intraina.

Ciascuno di loro arriva da un percorso diverso. «C'è chi al momento del ricovero ha già una diagnosi, ma sta passando un momento di acuzia del disagio. Diversamente, abbiamo casi che hanno come primo approccio di cura l’arrivo in urgenza», aggiunge De Pasquale. Il percorso terapeutico, ad ogni modo, viene costruito in collaborazione con i genitori dei piccoli pazienti. «Sono partner fondamentali nella cura. E, con un figlio che ha una sofferenza psichica, hanno bisogno di aiuto anche loro».

Ma perché è così importante non ricoverare più i minorenni alla Clinica psichiatrica di Mendrisio, e separarli dai pazienti adulti? Ce lo spiega Zefiro Mellacqua, direttore medico della CPC di Mendrisio.

Emulazioni pericolose - «Negli anni abbiamo accolto i minori nei reparti destinati agli adulti. E questo purtroppo in diverse occasioni ha costituito un grande svantaggio a livello terapeutico. Abbiamo assistito a comportamenti di emulazione, vi è il rischio di copiare comportamenti disfunzionali, e c'è anche il problema dell’accesso alle sostanze stupefacenti. Quello della CPC non è un ambiente che può proteggere il minore, è pensato per un’utenza adulta che ha possibilità di autodeterminarsi. È quindi importantissimo avere dei luoghi di cura distinti». I minorenni, insomma, «necessitano di un luogo protetto».

Lo stigma del "manicomio" - Ma dietro a questa separazione c'è anche un discorso di contesto, che porta con sé giudizi esterni: «La Clinica di Mendrisio viene tuttora considerata, in maniera impropria, una realtà manicomiale, il che rischia di essere stigmatizzante, soprattutto per un minorenne», conclude Mellacqua.

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