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VERZASCA

«Macchie di sangue, sporcizia, niente luce e corrente». Alisina è in Croazia

Il giovane afghano è stato riportato in una pensione a Lugano, poi di nuovo in cella Mendrisio e infine imbarcato su un volo speciale
Foto simbolica. Depositphotos (terovesalainen)
«Macchie di sangue, sporcizia, niente luce e corrente». Alisina è in Croazia
Il giovane afghano è stato riportato in una pensione a Lugano, poi di nuovo in cella Mendrisio e infine imbarcato su un volo speciale

ZAGABRIA - Alisina è stato trasportato in Croazia tramite un volo speciale e si trova ora nel centro Porin a Zagabria. Il giovane afgano che era stato incarcerato per essere poi allontanato dalla Svizzera ha quindi lasciato, nonostante i tentativi di sensibilizzazione, il Paese contro la sua volontà.

Di nuovo in Ticino e poi in Croazia - Lo fa sapere "R-esistiamo", che per primo aveva denunciato la situazione che stava vivendo il 24enne. Dopo alcuni giorni trascorsi a Zurigo in una prigione amministrativa, è stato scarcerato e riportato in Ticino. Una vittoria? No, l'inizio della fine, perché è stato di nuovo prelevato dalla Polizia e portato in aeroporto per essere inviato in Croazia.

Il ricorso vinto - Ripercorrendo i fatti, il 2 aprile la Sezione della popolazione aveva ordinato la carcerazione e Alisina, residente da due anni in Val Verzasca, era stato subito arrestato e portato a Zurigo. Assistito dall'avvocato Immacolata Iglio Rezzonico ha inoltrato ricorso, ritenendo la decisione ingiusta e sproporzionata oltre che basata su motivazioni inconsistenti. La sua istanza è stata accolta ed è stato mandato a Lugano in una pensione.

La cella a Mendrisio. «Era freddo, mi è stato negato un medico» - Era il 12 aprile, ma solo due giorni dopo, due poliziotti sono andati a prenderlo, racconta "R-esistiamo", per portarlo a Mendrisio in cella, dove, a loro dire, è stato trattato «come un criminale». Il comunicato riporta le sue parole: «Era freddissimo, non ho dormito niente, avevo dolore allo stomaco, ho chiesto di vedere un dottore, ma mi hanno detto che non avevano dottori. Ho chiesto di chiamare qualcuno di fiducia ma non è stato possibile. Non ho fatto né pranzo nè cena, mi ero portato un'arancia e una mela».

Il volo di rientro, con anche due bambini - Il mattino dopo è partito di nuovo alla volta di Zurigo, dove è stato imbarcato su un volo speciale partito alle 11, con a bordo altre 11 persone tra cui una famiglia con due bambini, due o tre poliziotti per ogni persona e del personale medico.

Non ha luce e corrente - Ora si trova a Zagabria, in un centro. Ha inviato foto di macchie di sangue sul pavimento e sporcizia. Dorme con altre quattro persone in una stanza senza luce nè corrente.

La sua vicenda - I suoi amici chiedono nuovamente aiuto, preoccupati delle condizioni del sistema di asilo croato. Alisina era stato registrato per la prima volta proprio in Croazia e gli accordi di Dublino indicano che il richiedente dovrebbe stare nel primo Paese in cui è stato registrato. La Svizzera avrebbe potuto, secondo chi lo sostiene, applicare la clausola di sovranità che subentra per ragioni umanitarie, ma non lo ha fatto.

Il ritratto di Alisina - Il 24enne viveva da due anni in Verzasca, dove non solo aveva imparato l'italiano ma seguiva a distanza un bachelor in informatica. Ha fatto il cameriere e l'aiuto cuoco nella pensione dove alloggiava e da dove è stato portato via, il suo sogno era trovare un lavoro per aiutare la mamma e le quattro sorelle rimaste in Afghanistan.

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