Il capo dei "giustizieri minorenni" è un tredicenne

Era il giovanissimo a "trovare" gli adulti pedofili sul web e a organizzare gli incontri in cui venivano picchiati.
LUGANO - C'era un ragazzino di appena tredici anni al vertice del gruppo di diciotto minorenni che è stato fermato tra il primo e il tre ottobre per aver organizzato spedizioni punitive ai danni di presunti pedofili. Lo ha anticipato la RSI, spiegando che il giovanissimo era la mente dell'intero piano ed era lui a tenere i contatti con le persone da punire.
Modus operandi - Il giovane e i suoi seguaci - come già spiegato da Tio.ch in un precedente articolo - emulavano le gesta di un noto attivista neonazista russo. Il modus operandi era sempre lo stesso: il tredicenne individuava i possibili "bersagli" su Tinder e altri siti di incontri e in seguito intratteneva conversazioni (spesso anche spinte) con loro su Instagram e WhatsApp. Una volta che l'adulto scopriva le sue carte veniva invitato a un appuntamento dove veniva pubblicamente umiliato - con sputi urina, scritte sul volto, rasatura dei capelli - e picchiato.
Una ventina di volte - Secondo quanto appurato dall'emittente di Comano, le indagini - coordinate dal magistrato dei minorenni - hanno ricostruito una ventina di questi episodi, tra consumati e tentati, su un periodo che va da gennaio e maggio. Gli incontri si svolgevano in appartamenti o parchi di Lugano. Qui oltre a subire umiliazioni e botte, alcuni degli adulti caduti in trappola hanno pure dovuto pagare un "riscatto" - la RSI parla di «più di cento euro ciascuno» - che il gruppo si è diviso.
Da questo dettaglio si può capire un po' meglio il perché tra i numerosi capi d'imputazione vi siano anche l'estorsione e la rapina. Gli altri reati sono quelli di lesioni gravi, aggressione, coazione e sequestro di persona. Ulteriori approfondimenti, ricordiamo, sono in corso anche per la posizione degli adulti implicati in questa triste vicenda.




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