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MAGGIA

In difficoltà durante il canyoning, arriva la Rega

Due torrentisti soccorsi nella zona del Riale Valle del Salto
TiPress/Ofima
Fonte red
In difficoltà durante il canyoning, arriva la Rega
Due torrentisti soccorsi nella zona del Riale Valle del Salto
MAGGIA - Stavano facendo canyoning nella zona del Riale Valle del Salto, a Maggia, ma stavano avendo difficoltà a completare l'ultima parte del percorso. Inoltre - riporta la Regione - sussisteva il rischio di un aumento del livello del riale in cas...

MAGGIA - Stavano facendo canyoning nella zona del Riale Valle del Salto, a Maggia, ma stavano avendo difficoltà a completare l'ultima parte del percorso. Inoltre - riporta la Regione - sussisteva il rischio di un aumento del livello del riale in caso di temporale.

Per queste ragioni, ieri sera, i due turisti sono stati evacuati in via preventiva da un equipaggio della Rega di stanza a Locarno.

Come sottolineato dalla portavoce della Rega Federica Mauri, se si intende percorrere torrenti collegati a prese di centrali idroelettriche, bisogna annunciarsi. Nel caso specifico i turisti avrebbero dovuto contattare l'Ofima comunicando nel dettaglio i piani della loro uscita.

Non avendolo fatto, attorno alle 21.15 è scattato l'allarme. La polizia cantonale è così intervenuta riuscendo a contattare telefonicamente i due e chiedendo loro se fossero in difficoltà.

Da qui la decisione di effettuare l'evacuazione preventiva. Si stava facendo buio e i torrentisti, come detto, iniziavano a trovarsi in difficoltà. Sono così stati recuperati e elitrasportati a Maggia.

Per avere info più dettagliate sul canyoning nei bacini e negli alvei dei torrenti degli impianti Ofima e Ofible è sufficiente andare sul loro sito. Vi è il numero di telefono da contattare per annunciarsi e vi sono gli orari. Dalle 22 alle 8 del mattino, infatti, l'attività è vietata.

Gli impianti idroelettrici, d'altra parte, hanno sostanzialmente cambiato il regime di deflusso dei torrenti a valle. Nell’alveo di questi fiumi è d’obbligo quindi la massima prudenza.

Occorre pure fare attenzione alla segnaletica, con tre livelli di rischio: alto (forte pericolo di rilasci d’acqua, per cui è vietata qualsiasi attività); medio (marcato pericolo di rilasci d’acqua, per cui le attività sono sconsigliate); basso (non sono previsti rilasci d’acqua).

Possibili cause di forte e repentino aumento della portata - Anche in caso di bel tempo, quando una presa si chiude (telecomando, intasamento o guasto tecnico) l’acqua, prima deviata in galleria, sfiora e riprende il corso naturale nel torrente. Lo stesso capita quando una centrale si disinserisce: se il bacino sovrastante è pieno, esso inizia a sfiorare.

In caso di precipitazioni, i torrenti possono rapidamente gonfiarsi per cause naturali o per operazioni di spurgo di bacini e prese. Inoltre, dopo periodi di secca, il materiale può intasarsi e formare dighe naturali, che cedendo all’improvviso, causano un’onda di piena.

Dopo la cessazione delle precipitazioni, le prese intasate di sabbia e i bacini devono essere spurgati. Viene perciò aperta gradualmente la paratoia di spurgo con rilascio di acqua frammista a materiale che scorre nel greto del fiume.

Questi rilasci fanno aumentare notevolmente la portata in pochi minuti e si tratta di eventi spesso imprevedibili.

«Assolutamente sconsigliamo queste attività» - Per queste ragioni, le Officine Idroelettriche della Maggia SA (Ofima) e le Officine Idroelettriche di Blenio SA (Ofible) «proibiscono nel limite concesso dalla legge ed assolutamente sconsigliano ogni attività nei bacini e nell’alveo di torrenti a valle di prese, di dighe e di centrali», come si legge sul loro sito.

Non sono inoltre tenute a limitare l’esercizio dei propri impianti per permettere lo svolgimento di attività nei bacini o nell’alveo dei torrenti e non hanno dovere di preavviso, per cui «declinano ogni responsabilità per incidenti che si dovessero verificare».

«Le informazioni rilasciate in merito a spurghi, sfiori o altre operazioni - viene sottolineato -, hanno lo scopo d’avviso di pericolo aggravato. Sono indicative, non vincolanti e non autorizzano ad avventurarsi nei bacini o nell’alveo dei torrenti».

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