Uno dei "vertici della cupola" romana perse l'occhio a Gaggiolo
Massimo Carminati venne arrestato mentre cercava di espatriare in Ticino nel 1981
VARESE - Massimo Carminati, l'uomo che alle inchieste romane è indicato come uno dei vertici della presunta cupola romana, è stato anche il protagonista di un fatto eclatante avvenuto al confine con la Svizzera, più precisamente al valico del Gaggiolo.
Nell’aprile del 1981, una notte, cercò di scappare all’estero con soldi e documenti falsi. Ma ad attenderlo al confine c’era la polizia che aveva ricevuto notizia del tentativo di espatrio.
All'epoca Carminati aveva 23 anni, ma era già un militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari, era invischiato nella malavita di destra di Roma, ed era ricercato per azione sovversiva e banda armata, come riporta la stampa dell’epoca.
Secondo quanto riemerge dagli archivi de La Stampa, a Gaggiolo Carminati era arrivato assieme ad altri due uomini a bordo di una Renault 5 azzurra e targata Bergamo condotta a fari spenti.
Di fronte al posto di blocco tentarono la fuga, ma vennero raggiunti dalla prima raffica di proiettili.
I primi otto si sono infilati nel fianco sinistro dell’automobile colpendo alla gamba una delle persone a bordo. Il nono trapassò il parabrezza infilandosi nell’orecchio sinistro di Carminati fino a raggiungere l’occhio.
Portato d’urgenza in ospedale rimase sospeso per alcuni giorni tra la vita e la morte. A bordo dell’auto furono ritrovati 25 milioni di lire e tre diamanti. Fu il primo arresto per Carminati.




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