Abbattuto nel Parco Ciani un albero centenario, "Sacrificato per una scultura"

Dal Dicastero Servizi Urbani: "Nessun ‘sacrificio’, l’albero era seccato"
Dal Dicastero Servizi Urbani: "Nessun ‘sacrificio’, l’albero era seccato"
LUGANO - Qualche settimana fa, in una zona un po' discosta del Parco Ciani lungo il Cassarate, è spuntata una curiosa struttura realizzata in pregiato legno di quercia, prodotto direttamente sul luogo. Ora, stando alla segnalazione di un lettore, sembrerebbe che, invece di comperare un tronco proveniente dai nostri boschi per la sua realizzazione, sia stato "sacrificato" un albero storico, cresciuto in pieno centro città.
"Con i suoi oltre 150 anni sulle spalle, la farnia (Quercus robur) abbattuta, era verosimilmente uno degli alberi più vecchi del parco, risalente al periodo della costruzione di Villa Ciani – fa notare Nicola Schoenenberger, biologo luganese -. Il monumento vivente era in piena salute, non presentava un filo di marciume e avrebbe potuto continuare a vivere per decenni. La specie, fra le più longeve d'Europa, in natura può infatti largamente superare i 500 anni di età".
Schoenenberger vede la necessità, quindi, di una efficace strategia di gestione del verde pubblico. "Dopo la distruzione della vegetazione protetta del sentiero di Gandria, la creazione di un deserto lungo il Cassarate invece del promesso asse verde, la superflua sostituzione della magnifica alberata sul lungolago e il previsto abbattimento dei secolari pini domestici di Piazza Rezzonico ci dobbiamo interrogare - spiega - se, visti i tempi di ristrettezze economiche del Comune, non sia meglio decurtare i mezzi per la gestione del verde, al fine di meglio tutelare il patrimonio botanico (e quindi la qualità di vita e il potenziale turistico) della città. Sarebbe come prendere due piccioni con una fava".
"Nessun sacrificio, l'albero era seccato" - Le effettive ragioni per le quali la quercia è stata recisa ce le fornisce Roberto Bolgè, responsabile del verde per il Dicastero Servizi Urbani di Lugano: "L'albero non è stato reciso per la realizzazione della struttura, ma perché era seccato in piedi e quindi era diventato pericolante".
Nessuno "scempio" - La scultura in legno, insomma, sarebbe stata realizzata per reimpiegare in modo ecologico il legname ricavato dal taglio dell'arbusto. "Con questa nuova installazione, ad esempio - ci spiega Bolgè -, ci potranno giocare i bambini. D'altra parte, analizzando le parti del tronco con le quali è stata realizzata è possibile che questa non riveli i problemi che ci hanno portato a recidere l'albero. In realtà la pianta presentava tutta la chioma secca, non aveva più una foglia verde".
Utilizzo ecologico - "Per far capire quanto vi sia un'attenzione riguardo alla gestione del verde - conclude il responsabile -, poco più avanti rispetto alla struttura, si trova un tronco reciso, ma lasciato lì per favorire la biodiversità di insetti, animali e funghi che possono così utilizzare il legno morto per crescere o ricavarsi un'abitazione".






