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"Il mio partner è troppo diverso. Mangia, pensa, agisce diversamente"

Coppie miste con culture, religioni, cibi diversi. In Ticino sono in aumento e sono confrontate con nuovi problemi. Renata Dozio: "Non so se le coppie oggi stanno più o meno insieme, ma il bisogno di famiglia, di amore, di incontro c’è ancora"
Foto Ti-Press
"Il mio partner è troppo diverso. Mangia, pensa, agisce diversamente"
Coppie miste con culture, religioni, cibi diversi. In Ticino sono in aumento e sono confrontate con nuovi problemi. Renata Dozio: "Non so se le coppie oggi stanno più o meno insieme, ma il bisogno di famiglia, di amore, di incontro c’è ancora"
LUGANO - C’è chi in Ticino cerca, in una donna o in un uomo, l’esotico, il diverso, il divertente e intraprende un viaggio di coppia che, però, con il passare del tempo si rivela estenuante: “Il mio partner &egrav...

LUGANO - C’è chi in Ticino cerca, in una donna o in un uomo, l’esotico, il diverso, il divertente e intraprende un viaggio di coppia che, però, con il passare del tempo si rivela estenuante: “Il mio partner è troppo diverso, i suoi modi di fare non sono i miei, si ride o si balla troppo”. Oppure c’è chi, straniero, in Ticino, incontra un altro partner straniero. Coppie con culture diverse che, dopo il momento dell’innamoramento, fanno i conti con le religioni, le abitudini, gli usi diversi dell’altro partner. E allora accade, per esempio, che i litigi nascono a tavola, per il cibo, perché quel piatto non è il “proprio” piatto. Le coppie miste, nelle quali i partner provengono da culture e paesi diversi sono in aumento e affrontano nuovi problemi che, nelle coppie con culture simili, spesso non si manifestano. Ovviamente ci sono storie di successo e altre con maggiori difficoltà.

Abbiamo affrontato il tema ascoltando la dottoressa Renata Dozio, direttrice del Consultorio di Comunità familiare.

Il Consultorio in Ticino stimola la riflessione per le coppie o le persone confrontate con difficoltà familiari e relazionali, accogliendo le persone che ne fanno richiesta e dando loro la possibilità di esprimersi, di riflettere, di riconsiderare la propria situazione. Il Consultorio è una delle attività della Comunità familiare che come associazione promuove e favorisce iniziative che portano alla maturazione ed alla responsabilizzazione dell'individuo e della famiglia.

 

Dottoressa Dozio, in Ticino le coppie miste e le situazioni di crisi sono in aumento?

“In Ticino queste situazioni sono in aumento , perché oggi la migrazione ha facce molto variegate. Ci sono migrazioni legate all’asilo politico, con un progetto migratorio imposto, come quello della fuga dal proprio Paese. Ci sono le migrazioni di carattere imprenditoriale, come la delocalizzazione della propria ditta, oppure ci sono sempre più coppie che vivono una situazione di “non integrazione”. Penso a coppie che vengono da un altro Paese e non pensano di integrarsi, in quanto vivono a Lugano per ragioni lavorative e si spostano continuamente in altri paesi. Non si integrano fino a quando arrivano i problemi , per esempio con scolarizzazione dei figli”.

 

Quali sono gli elementi principali di crisi che in base alla sua esperienza connotano le coppie miste?

“La coppia mista introduce i temi della differenza, declinata in tutti gli ambiti, la religione, la lingua, le abitudini, il tema della nostalgia. Proprio quest’ultimo fattore accentua la disparità tra chi è autoctono, nel nostro caso chi è ticinese, e chi viene da un altro Paese. L’autoctono ha una rete familiare mentre chi viene da un altrove è solo, non ha la famiglia vicino. Questa nostalgia viene sottovalutata dal partner, che crede di poter sopperire a tale mancanza, attraverso una serie di sostegni e di riconoscimenti, a volte attraverso il denaro. Invece quello che conta è la perdita del ruolo che il coniuge percepisce. Se lo straniero è un uomo che viene qui per ricongiungersi con una ragazza, spesso assistiamo ad una difficoltà nel ritrovare una collocazione del suo ruolo, una collocazione sociale, economica. Questo accade soprattutto per una persona che non ha una formazione e una capacità di adattamento buona. Per chi nel proprio paese aveva un ruolo definito, il cambiamento e l’assenza di un ruolo possono comportare depressione e tensione, che a loro volta determinano problemi nelle coppia. L’altro, il partner, a sua volta può sentirsi in colpa per averlo portato via dal suo Paese e percepisce che gli sforzi fatti non bastano”.

 

I problemi possono derivare anche dalla persona autoctona?

“Può accadere che una persona che vive qui scelga un partner o una partner molto diversi da sé, ma poi interviene una forte ricerca di omologazione. Si tende, cioè, a far sì che la persona straniera che vive qui diventi in tutto e per tutto come vogliamo noi. Abbiamo molti casi di coppie miste in difficoltà, in tal senso. Il principio è uguale, si cercano delle differenze per poi negarle, o renderle uguali”.

 

Può accadere che la crisi inizi da differenze inerenti al cibo?

“Dietro il cibo ci sono tanti altri problemi. Il cibo, la religione sono tutti sintomi che evidenziano difficoltà nel conciliare il proprio io, la propria personalità con il noi. Il problema oggi è sempre più la difficoltà di conciliare i bisogni individuali con quelli dell’altro, la possibilità di interagire con qualcun altro”.

 

Esistono soluzioni per risolvere la crisi nelle coppie?

“Le soluzioni dipendono da quanta disponibilità c’è in ognuno dei partner di considerare l’altro, di entrare, vedere, avere la curiosità di capire e accettare l’altro e nello stesso tempo di essere in grado di vedere se stessi”.

 

Nell’attuale fase sociale, lei è ancora ottimista se pensa alla coppia?

“Io sono ottimista per forza, altrimenti non farei questo lavoro, ma non è un problema di ottimismo. Non so se le coppie oggi stanno più o meno insieme, ma il bisogno di famiglia, di amore, di incontro c’è ancora. Quello che è peggiorato è la capacità di “tollerare i limiti”. Si tende a seguire modelli ideali che la società propone ma che non aiutano a far accettare i limiti. Una persona poco tempo fa mi diceva “Io non passerò alla storia, ma faccio quel che posso”. Ecco questo è un esempio da seguire. Sarebbe importante che ciascuno capisse chi è, cosa prova, per essere in grado di trovare i propri bisogni e di sviluppare al meglio la propria identità, e per incontrare l’altro. Ma oggi è molto difficile perché c’è una attitudine consumistica per cui se la cosa non funziona, la buttiamo via. Penso che se le persone che vengono da noi, riuscissero a capire quel che succede, magari non sbaglieranno più o sbaglieranno meno”.

 

 

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