Cerca e trova immobili

BELLINZONAEcco i paesi ticinesi che scompariranno

25.09.12 - 07:28
Il caso di Corippo, record svizzero per il minor numero di abitanti, solleva nuovi interrogativi sulle fusioni. Daniela Baroni, della Sezione enti locali: "Il destino dei micro comuni è segnato"
None
Ecco i paesi ticinesi che scompariranno
Il caso di Corippo, record svizzero per il minor numero di abitanti, solleva nuovi interrogativi sulle fusioni. Daniela Baroni, della Sezione enti locali: "Il destino dei micro comuni è segnato"

BELLINZONA – Certara, Sobrio, Gresso, Linescio, Vergeletto, Cerentino, Campo (Valle Maggia), Bosco Gurin, Sonogno, Mosogno, Cavagnago, Campello, Calpiogna. È la lista, in ordine sparso, dei comuni ticinesi con meno di 100 abitanti. All’appello manca Corippo che, stando alla recente pubblicazione dell’Ufficio di statistica sulla popolazione residente nei comuni ticinesi, detiene il record svizzero con soli 12 abitanti. Proprio il sindaco di Corippo, Claudio Scettrini, oggi dichiara a 20 Minuti: “Tra 20 anni il nostro villaggio sarà un museo, non abbiamo futuro”.  L’unica ancora di salvataggio sembra essere rappresentata dalla fusione.  “Ed è il destino che attende anche tutti gli altri micro comuni ticinesi – spiega Daniela Baroni della Sezione enti locali –. Del resto la questione legata ai piccoli villaggi ha rappresentato uno stimolo per avviare la politica delle aggregazioni negli anni ‘90”. 

La macchina delle fusioni - Una quindicina di anni fa i comuni ticinesi con meno di 100 abitanti erano 44. Oggi sono poco più di una decina. La macchina delle fusioni sta portando i primi effetti. “Bisogna considerare – riprende Baroni – che Certara sparirà presto, perché andrà con Lugano. Gli altri micro comuni invece sono tutti inseriti in progetti di aggregazione in corso. In Verzasca, in Val Rovana, in Onsernone… Nei casi in cui la fusione non dovesse andare in porto, si potrà ripiegare sulla gerenza del piccolo comune da parte di una persona incaricata dal Cantone che rappresenti l’intero Municipio. È però una soluzione di ripiego, non ideale”.

Messaggio scomodo - Più in generale negli anni ’90 i comuni ticinesi erano 247. Ad aprile 2013 invece saranno 135. Il riassetto è notevole. “Ci sono comuni, soprattutto di piccole dimensioni, che non sono più in grado di fare fronte alle loro esigenze. E nemmeno a quelle dei cittadini. Che senso ha tenere aperto lo sportello al pubblico solo per un’ora o due a settimana? È questo il messaggio che stiamo cercando di fare passare. Non tutti però lo recepiscono”. E infatti sul piano cantonale delle aggregazioni, presentato lo scorso anno, grava un ricorso che potrebbe frenare l’evoluzione dei progetti di fusione in Ticino. “Chi lo ha inoltrato sostiene che questo piano limiti in maniera eccessiva l’autonomia comunale. Ora si attende la decisione del Tribunale federale”.

Esempi positivi - Baroni chiude infine con un riferimento a un altro sondaggio svolto dall’Ufficio di statistica. “Sono stati intervistati gli abitanti di quattro comuni nati da aggregazioni: Maggia, Acquarossa, Lugano e Capriasca. La maggior parte di loro non tornerebbe indietro. Chi nei piccoli comuni ha paura delle fusioni dovrebbe anche guardare questi casi positivi”. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE