«Irrispettoso bloccare gli eventi alle Cave per un disturbo arrecato a pochi»

La presa di posizione del Patriziato di Arzo sulla querelle che ha “congelato” concerti e spettacoli nell'anfiteatro naturale della Montagna momò.
ARZO - Con i mesi estivi ormai trascorsi il Patriziato di Arzo interviene, infine, con una nota diffusa ai media in relazione alla controversia legata alla sospensione degli eventi e alle attività presso le Cave, in seguito al ricorso - poi revocato - al Consiglio di Stato, da parte da alcuni privati residenti nella zona.
«La revoca è un segnale importante», sottolinea il Patriziato, «perché conferma la validità e il valore culturale delle attività ospitate nell’anfiteatro e ai Bagni Imperiali».
Una scelta accolta con sollievo dalla popolazione: oltre duemila firme hanno espresso il sostegno dei cittadini di Arzo, del Mendrisiotto e non solo: «Le Cave di Arzo sono un luogo di incontro intergenerazionale, nato dal desiderio della gente e dal lavoro di tanti volontari».
Il progetto di riqualifica, avviato nel 2011 e concluso nel 2017, ha trasformato l’ex-area estrattiva in uno spazio dedicato alla cultura e allo svago, con un investimento non trascurabile: «Mettere in discussione il tutto per un disturbo arrecato a poche persone, a cui va tutta tuttavia la nostra comprensione, ci sembra irrispettoso dell’interesse generale della popolazione tutta e delle associazioni che si sono attivate e applicate per proporre programmi e manifestazioni».
Dal Patriziato poi non mancano i ringraziamenti ai vari attori coinvolti: le associazioni Càvea e Cava Viva, il Comune di Mendrisio e il Consiglio di Stato «per la sensibilità e il sostegno dimostrati».
E conclude con un impegno chiaro: «Convinti della bontà del progetto e rafforzati dal sostegno popolare, saremo sempre in prima fila per difendere le attività delle Cave e continuare a offrire eventi che uniscono cultura e territorio».




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