Tensione fuori dal carcere, alcuni parenti delle vittime aspettavano don Leo

Scintille nelle ore successive la sentenza e la liberazione del sacerdote. Il 56enne è poi stato scortato dalla polizia.
LUGANO - Attimi di tensione nelle ore successive la sentenza per il processo a don Rolando Leo. Il sacerdote, accusato di avere molestato più giovani, è tornato in libertà dopo un anno di carcere. A sancirlo giovedì sera a Lugano il giudice Amos Pagnamenta che gli ha comunque imposto altri sei mesi con la condizionale (sospesa per due anni) e il divieto a vita di svolgere attività coi giovani.
Il prete al termine del processo è stato riportato al carcere della Stampa per prelevare i suoi effetti personali. Davanti al penitenziario tuttavia ad attenderlo c'erano i famigliari di alcune sue presunte vittime. Persone deluse della sentenza che avrebbero cercato un confronto acceso con don Leo.
È a quel punto che il sacerdote 56enne è stato fatto rientrare alla Stampa in attesa della polizia. In seguito è stato scortato presso il suo luogo di residenza da alcuni agenti.
Don Leo dovrà prossimamente sottoporsi a un percorso terapeutico presso una struttura specializzata.




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