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BIASCA

Il padre muore, lei eredita debiti per 40'000 franchi

L'angosciante situazione di una signora di 67 anni. L'avvocato: «Con le assicurazioni sociali brutte sorprese non rare».
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Il padre muore, lei eredita debiti per 40'000 franchi
L'angosciante situazione di una signora di 67 anni. L'avvocato: «Con le assicurazioni sociali brutte sorprese non rare».

BIASCA - Il padre muore a gennaio 2023. E lei eredita 21'000 franchi di debiti nei confronti dell'Istituto cantonale delle assicurazioni sociali (IAS). Cifra destinata a salire visto che nel frattempo si sono fatti avanti l'impresa funebre e il medico che ha eseguito l'esame di constatazione del decesso del genitore. Capita a una 67enne di Biasca. «Non so dove sbattere la testa – dice –. Sono stata ingenua. I debiti potrebbero anche ammontare a 40'000 franchi». 

Il passaggio in casa di cura – L'anziano papà finché era rimasto al suo domicilio aveva beneficiato dei sussidi dell'IAS. Negli ultimi 8 mesi di vita invece ha vissuto in una casa di cura, dove si è spento a causa di una tragica fatalità. Passaggio che di fatto non gli avrebbe più garantito le prestazioni complementari dell'IAS. «Ha continuato a percepirli – sospira la signora –. Non l'ha fatto apposta. Era probabilmente un pasticcione a livello burocratico». 

Unica erede – La 67enne ha alcune sorelle con cui non ha molto dialogo. «Tanto che – sostiene – loro hanno annunciato alle autorità di rinunciare all'eredità entro i tre mesi previsti dalla legge. Io però sono rimasta "dentro". E sono rimasta unica erede. Non avevo più contatti con mio padre negli ultimi suoi anni di vita. E una persona non sta tanto a pensare a cose burocratiche quando muore un parente». 

«Sono terrorizzata» – La signora di Biasca vive nell'ansia. «Quando diventi unica erede, erediti anche i debiti. La cifra di 40'000 franchi è alta. Ma sono terrorizzata dall'idea che possano saltare fuori altre cifre da restituire o da pagare, io non avevo il controllo su ciò che faceva mio padre. Non è giusto che mi trovi in questa situazione. Sono una pensionata già in difficoltà. Chiedo di essere aiutata».

Quando occorre essere cauti – Secondo Mattia Tonella, avvocato specialista in diritto ereditario, la situazione capitata alla 67enne di Biasca non è così rara. «A volte ci sono brutte sorprese, soprattutto con le assicurazioni sociali». Per il resto, quando occorre essere cauti? «Quando il defunto ha esercitato un’attività professionale autonoma, magari con investimenti, fino a poco prima del decesso. Chi decede a 80 anni dopo 15 anni di pensione raramente ha debiti imprevisti o nascosti».

Come prevenire – Ma come si può evitare di finire in simili pasticci? «In primis rinunciando all’eredità – precisa lo specialista – sfuggendo così ai debiti del defunto. In quel caso, la successione viene liquidata dall’Ufficio fallimenti. Se alla fine rimane un’eccedenza, spetta comunque ancora agli eredi che avevano rinunciato. La legge prevede una presunzione di rinuncia se l’insolvenza del defunto al momento dell’aperta successione è nota o risulta da atti ufficiali».

Possibilità di proroga per motivi gravi – Per rinunciare alla successione vi è un termine di tre mesi, che decorre per gli eredi legittimi di principio dal decesso e per gli eredi istituiti (quelli stabiliti da un desiderio del defunto) a partire dalla conoscenza del testamento che li riguarda. «Se, per motivi gravi, si arriva lunghi sul termine dei tre mesi, la Pretura può prorogare lo stesso termine o concederne uno nuovo».

In caso di dubbio – Tonella aggiunge: «Se l’erede ha dubbi sulla reale consistenza della successione del defunto può inoltre chiedere che venga allestito un inventario successorio. In quel caso, un notaio viene incaricato di fare delle grida pubbliche, e tutti i creditori devono notificare i loro crediti. Consiglio sempre di definire il profilo del defunto, per poi valutare se davvero si debba rinunciare, o se vale la pena chiedere un inventario che ha comunque dei costi di qualche migliaio di franchi».

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