Istituto Sant'Anna, falsi voti e diplomi comprati: «Cosa ne pensa il Consiglio di Stato?»

La deputata dei Verdi del Ticino Giulia Petralli chiede lumi
BELLINZONA - Il caso dei presunti reati commessi dall'ormai ex direttore dell'Istituto Sant'Anna di Lugano finisce sul tavolo del Consiglio di Stato. È la granconsigliera dei Verdi del Ticino Giulia Petralli a inoltrare un'interrogazione in seguito all'articolo da noi pubblicato giovedì 28 dicembre, nel quale davamo conto di una testimonianza di genitore.
Secondo la segnalazione, alle accuse di truffa ai danni di allievi e genitori si sarebbe aggiunta la promessa di «una scorciatoia per ottenere il diploma ai ragazzi dell'ultimo anno di liceo che scolasticamente facevano fatica. In sostanza li faceva smettere di frequentare le lezioni mesi prima della fine dell’anno scolastico e li portava a Napoli a prendere una presunta maturità, che veniva comprata con vari biglietti da mille».
Petralli osserva: «Nonostante gli accertamenti siano in corso da parte della giustizia, il caso solleva interrogativi inquietanti su una scuola privata da anni attiva in Ticino e sui possibili controlli da parte dello Stato in merito al suo corretto funzionamento». La deputata ecologista chiede quindi all'Esecutivo cantonale quale sia il controllo sulle scuole private attive sul territorio ticinese, se siano avvenuti casi simili e se sia il caso di rafforzare la base legale esistente. Un pensiero va anche agli studenti: quanti di loro saranno verosimilmente costretti a recuperare anni scolastici o esami di maturità?




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