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LUGANO

Droga al Parco Ciani: spunta l'idea della "stanza del buco"

La situazione è deteriorata negli ultimi mesi con spaccio e consumo in pieno giorno. La municipale Valenzano Rossi: «Valutiamo soluzioni».
Ti-Press (archivio)
Droga al Parco Ciani: spunta l'idea della "stanza del buco"
La situazione è deteriorata negli ultimi mesi con spaccio e consumo in pieno giorno. La municipale Valenzano Rossi: «Valutiamo soluzioni».
LUGANO - Un tizio sulla trentina scalda con l'accendino qualcosa nel cucchiaio. È sotto una pianta del Parco Ciani, a Lugano, dove da qualche mese spaccio e consumo di droga sembrano essere tornati di moda. Il fenomeno è stato ravvisato da diversi ...

LUGANO - Un tizio sulla trentina scalda con l'accendino qualcosa nel cucchiaio. È sotto una pianta del Parco Ciani, a Lugano, dove da qualche mese spaccio e consumo di droga sembrano essere tornati di moda. Il fenomeno è stato ravvisato da diversi cittadini e passanti. Parecchie le lamentele giunte alle autorità. «Il peggioramento purtroppo c’è e ci preoccupa – conferma Karin Valenzano Rossi, capo del Dicastero sicurezza –. Stiamo monitorando la situazione e valutando ulteriori possibilità di intervento». 

L'ipotesi – Voci di corridoio riportano della possibilità di creare una sorta di "stanza del buco", come accaduto in altre città svizzere, in particolare di recente a Coira. Una struttura che permette a chi ha un problema di dipendenza di potere consumare la droga in uno spazio protetto e non a contatto col resto della popolazione. «È un'eventualità che ritengo meritevole di considerazione tra quelle in discussione – ammette Valenzano Rossi –. Nella consapevolezza che per concretizzarla servono fondi. Dovrebbe inoltre avvenire il coinvolgimento di operatori sociali e infermieri». 

Passanti stizziti – Il presente è ben diverso. E narra di luganesi stizziti. Anche dalle cattive risposte ottenute da spacciatori o consumatori magari in seguito a un semplice sguardo male interpretato. La municipale riprende: «Il tema è delicato e complesso. Nell’immediato allontanare semplicemente queste persone dal Parco Ciani, senza ulteriori misure, sarebbe rischioso. Altrove sarebbe molto più difficile intercettarle. Al Ciani per il momento la situazione è ancora monitorabile, potendo intervenire con rapidità in caso di derive ulteriori». 

Troppo vicini a zone sensibili – Detto questo Valenzano Rossi sostiene che quanto sta accadendo in riva al Ceresio non è più accettabile. «Siamo dovuti intervenire perché queste persone si avvicinavano troppo al liceo o alle scuole medie, oppure alla chiesa evangelica. Va poi fatta una distinzione tra le persone già note alle autorità e quelle nuove. L'impressione è che ci siano diversi volti nuovi in circolazione».

«Non demonizziamo chi ha una dipendenza...» – Alcune volte ci sono discussioni che sfociano in pestaggi. «Non è un buon biglietto da visita. Vogliamo risolvere la questione in maniera costruttiva, senza demonizzare chi magari si trova di fronte a una dipendenza. Dobbiamo però tenere conto che dal Ciani transitano tante famiglie, tanti giovani e tanti turisti. E devono poterlo fare in serenità e sicurezza».  

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