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LUGANO

A Lugano spunta una turbina eolica

A posarla, come simbolo per la ricostruzione sostenibile, sono stati gli attivisti di Greenpeace.
Greenpeace
A Lugano spunta una turbina eolica
A posarla, come simbolo per la ricostruzione sostenibile, sono stati gli attivisti di Greenpeace.
Intanto Public Eye chiede alla Svizzera di smetterla di finanziare la guerra russa.
LUGANO - Gli attivisti di Greenpeace hanno allestito una turbina eolica, questa mattina a Lugano, non lontano dal sito della Ukraine Recovery Conference. La turbina simboleggia i sistemi energetici sostenibili, lontani dai combustibili nucleari e fo...

LUGANO - Gli attivisti di Greenpeace hanno allestito una turbina eolica, questa mattina a Lugano, non lontano dal sito della Ukraine Recovery Conference.

La turbina simboleggia i sistemi energetici sostenibili, lontani dai combustibili nucleari e fossili. Insieme a oltre 45 ONG ucraine, tra cui Ecoaction, Greenpeace chiede infatti un piano di ripresa verde.

Natalia Gozak, direttrice della Ecoaction con sede a Kiev, afferma: «È logico che l'Ucraina non debba ricostruire le proprie infrastrutture secondo i vecchi standard sovietici. In quanto potenziale candidata all'adesione all'UE, deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050».

Gli fa eco Denitza Petrov, attivista di Greenpeace: «La distruzione delle infrastrutture, dell'economia e della società Ucraina da parte dell'esercito russo deve cessare. Nel sostenere la ricostruzione dell'Ucraina, l'Unione europea e la comunità internazionale devono garantire che i principi della sostenibilità siano al centro degli sforzi».

«La Svizzera e tutti gli altri finanziatori - conclude Iris Menn, Ceo di Greenpeace Svizzera - devono sfruttare ogni opportunità per sostenere una ricostruzione ecologica, sostenibile e socialmente giusta dell'Ucraina. Si comincia oggi a Lugano».

«Smettetela di finanziare la guerra russa» - Dal canto suo, Public Eye questa mattina ha chiesto alla Svizzera di smetterla di finanziare la guerra russa. L'ONG invita la Svizzera a cessare ogni forma di finanziamento per il presidente russo Vladimir Putin attribuendole «una responsabilità particolare» quale centro delle negoziazioni su petrolio, cereali e altre materie prime. Secondo Public Eye, tre quarti delle esportazioni russe sono «pilotate» dalla Svizzera.

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