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L'occhio dei droni per salvare i cuccioli di capriolo

Le operazioni di sfalcio sono un pericolo per i piccoli che si riparano nell'erba alta nelle prime settimane di vita.
DT
L'occhio dei droni per salvare i cuccioli di capriolo
Le operazioni di sfalcio sono un pericolo per i piccoli che si riparano nell'erba alta nelle prime settimane di vita.
Il Dipartimento del territorio ha avviato alcuni progetti pilota in collaborazione con agricoltori e operatori di droni.
BELLINZONA - Lo sguardo dei droni per individuare e mettere in salvo i cuccioli di capriolo nascosti nell'erba alta. È questo l'obiettivo di alcuni progetti pilota condotti dal Dipartimento del territorio, in collaborazione con agricoltori e o...

BELLINZONA - Lo sguardo dei droni per individuare e mettere in salvo i cuccioli di capriolo nascosti nell'erba alta. È questo l'obiettivo di alcuni progetti pilota condotti dal Dipartimento del territorio, in collaborazione con agricoltori e operatori di droni.

«Le operazioni di sfalcio dei prati possono essere letali per i piccoli di capriolo. Rannicchiati e nascosti tra l’erba alta nelle prime settimane di vita, sono spesso invisibili a occhio nudo, anche a causa del pelo maculato. Le distese erbose situate nelle vicinanze dei boschi sono particolarmente interessate dal problema», spiega il DT in un comunicato. I caprioli, per difendersi da una minaccia, in genere non si mettono in fuga ma puntano su mimetismo e vigilanza.

«Anche nell’allevamento dei cuccioli si osserva lo stesso comportamento: appena dopo la nascita, nei mesi di maggio e di giugno, la femmina affida i piccoli neonati alla sicurezza data dal mimetismo visivo e olfattivo, lasciandoli spesso soli e nascosti nell’erba alta e visitandoli regolarmente per allattarli». E proprio in questi periodi gli agricoltori falciano i prati. E questo può, inavvertitamente, mettere a rischio la vita dei cuccioli.

Grazie alle fotocamere termiche dei droni, «i guardacaccia hanno oggi la possibilità di attuare delle azioni finalizzate alla ricerca e alla messa in sicurezza dei piccoli».

Come funziona?

Individuato il piccolo, il guardacaccia si avvicina al selvatico (spesso indistinguibile a occhio nudo anche a pochi metri di distanza) per coprirlo e proteggerlo con una cassetta di legno e segnalarne la posizione tramite una bandierina.

Questa operazione consente agli stessi agricoltori di agevolare le operazioni di sfalcio, evitando nel contempo di uccidere o ferire involontariamente i cuccioli di capriolo. A fienagione conclusa le cassette vengono rimosse. 

Una soluzione efficace, questa, che nei prossimi anni potrà essere riproposta e ampliata.

Si ricorda, infine, a titolo cautelativo, che se durante una passeggiata in un campo o in un bosco ci si imbatte in un cucciolo di capriolo è bene non toccarlo, né tantomeno spostarlo: la madre, percependo l’odore dell’essere umano, potrebbe abbandonare il piccolo.

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