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VERZASCA«Con queste condizioni, come faccio a continuare?»

27.05.22 - 21:34
Il lupo colpisce ancora: cinque pecore uccise. L'agricoltore "amatoriale" Claudio Scettrini è demoralizzato.
Ti-Press (archivio)
«Con queste condizioni, come faccio a continuare?»
Il lupo colpisce ancora: cinque pecore uccise. L'agricoltore "amatoriale" Claudio Scettrini è demoralizzato.
Il 59enne aggiunge: «Qui il paesaggio è impervio. È il classico posto in cui le misure contro i grandi predatori non sono attuabili. Forse mollerò. Chi gestirà il territorio montano? Finirà tutto in bosco».

CORIPPO - Cinque pecore uccise e una ferita. È il bilancio con cui è confrontato Claudio Scettrini, agricoltore di Corippo (Verzasca). Il lupo torna in azione. Manca solo l'ufficialità. Gli esperti, intanto, starebbero cercando di capire se si tratta di un esemplare che ha già colpito altrove, oppure no. La demoralizzazione di Scettrini è emblematica: «Mi dovevo già tutelare dai danni dei cinghiali e dei cervi. Ora spunta anche il lupo. È tutto complicatissimo».

Una zona impervia – Il 59enne verzaschese, ex sindaco del piccolo villaggio di Corippo, oggi municipale del Comune di Verzasca, di mestiere fa il selvicoltore. Quella di contadino è un'attività accessoria ereditata dalla famiglia. «In parecchi fanno come me. Sono agricoltori praticamente per hobby. La gente non si rende conto del ruolo che abbiamo nel tenere pulito il paesaggio. Qui a Corippo il terreno è impervio, ci sono anche tanti sassi. È impossibile applicare le regole decise dalle autorità. È il classico esempio in cui queste misure di contenimento contro il lupo non sono sensate, per ovvie ragioni legate alla morfologia del paesaggio». 

«Super protetti» – Il lupo, nel caso specifico, avrebbe colpito verso le sette e mezza di mattino di alcuni giorni fa. «La tristezza di ritrovare i tuoi animali morti è enorme. Io non so se continuerò ancora a lungo. Chi me lo fa fare? I grandi predatori sono super protetti. ll lupo in particolare. Penso che come me molleranno in tanti nei prossimi cinque o sei anni. E poi, dopo che avremo gettato la spugna, chi si occuperà della cura del territorio montano? Finirà tutto in bosco. A quel punto magari qualcuno si lamenterà o si renderà conto che forse era meglio intervenire prima». 

«Sarà sempre peggio» – Germano Mattei, co-presidente dell'Associazione Svizzera per un territorio libero dai grandi predatori, è pessimista. «Sono in molti a essere nella stessa situazione del signor Scettrini. Gente che fa questa attività per hobby e che, di fronte all'evolversi della situazione, si sta scoraggiando. Di recente era arrivato il via libera delle autorità per l'abbattimento del lupo di Cerentino. Quello che, dopo una razzia, aveva portato alla discussa dimostrazione degli allevatori in Piazza Governo. Al di là del fatto che non è ancora stato abbattuto, si è trattato di un sollievo momentaneo. La realtà è che il problema persiste. E persisterà ancora. Capisco benissimo che a un certo punto un agricoltore si possa ritrovare senza motivazioni. Noi continuiamo a insistere sull'inapplicabilità di determinate regole».   

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