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Il "caso inglese" a Balerna ha scompigliato tutto

Il direttore della casa anziani: «I protocolli non hanno funzionato. Progressione inarrestabile»
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Il "caso inglese" a Balerna ha scompigliato tutto
Il direttore della casa anziani: «I protocolli non hanno funzionato. Progressione inarrestabile»
Contagiati una trentina di collaboratori e due terzi degli ospiti. L'Mps va all'attacco, e interroga il governo: «Fallimento nella tutela degli anziani».
BALERNA - Al direttore della casa anziani di Balerna, Luca Janett, la mail di conferma è arrivata ieri sera alle 19. Variante inglese. Ma sotto sotto se lo sentiva. A cavallo delle Feste, nella struttura si sono ammalati due terzi degli ospiti...

BALERNA - Al direttore della casa anziani di Balerna, Luca Janett, la mail di conferma è arrivata ieri sera alle 19. Variante inglese. Ma sotto sotto se lo sentiva. A cavallo delle Feste, nella struttura si sono ammalati due terzi degli ospiti e una trentina di collaboratori, tra cui anche lui. 

La notizia è stata diffusa nel pomeriggio dal Dss con un comunicato, ma nella casa anziani del Mendrisiotto - la prima in Ticino ad affrontare la mutazione del Covid - da stamattina non si parla d'altro. «C'era qualcosa di strano, era semplicemente impossibile» racconta Janett trafelato, un po' per gli strascichi (fa ancora fatica a respirare, dice) e un po' per lo stress.

Tutto è cominciato con un ospite re-infettato a fine dicembre, ma in breve le cose sono sfuggite di mano. In appena tre settimane ben sette "round" di tamponi sono stati effettuati tra i 67 collaboratori della struttura e i 35 ospiti. Uno ogni cinque giorni. Ma «nonostante l'applicazione ferrea e tempestiva delle misure di sicurezza» il virus ha continuato a correre, a una velocità insolita. 

Sull'applicazione dei protocolli, Janett mette la mano sul fuoco. «Li abbiamo seguiti alla lettera, a stretto contatto con il medico cantonale» assicura. Eppure «le misure applicate si dimostravano insufficienti, e le infezioni continuavano». Il risultato delle analisi sul paziente "x", secondo Janett, «non dà la certezza matematica, ma di sicuro la possibilità che abbiamo avuto un focolaio inglese è molto concreta».

Nel frattempo il "paziente inglese" è guarito, e l'emergenza è rientrata: ma a quale costo. «Con tutto quel personale malato, abbiamo dovuto applicare i turni di 12 ore, e appoggiarci a collaboratori su chiamata. Una situazione che dopo tre-quattro settimane diventa semplicemente insostenibile» avverte il direttore. Un dejà-vu della primavera che - senza intensificate precauzioni - potrebbe estendersi a tutto il Ticino. Con qualche differenza. 

«I sintomi del virus a cui abbiamo assistito non sono peggiori della versione normale, anzi esattamente identici» precisa infine Janett. «È la rapidità che cambia». A Balerna ora c'è voglia di tornare alla normalità, altrettanto in fretta. «Siamo stremati, e siamo usciti dalla fase acuta. Ora vorremmo un po' di tranquillità».  

L'Mps: «Fallimento sostanziale»

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche alla notizia della "variante inglese" a Balerna. L'Mps in un'interpellanza al Consiglio di Stato riepiloga i numeri dei decessi nelle case anziani in Ticino. Sono 360 i residenti deceduti, l'8 per cento del totale. Un «sostanziale fallimento» di cui i deputati Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori chiedono al governo di prendere atto e indagare le cause. Invocando una «radicale trasformazione dei meccanismi di gestione» delle case anziani. 

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