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CANTONECoronavirus: ospedali confrontati a perdite milionarie

31.05.20 - 08:49
L'EOC lamenta ammanchi per 60-70 milioni di franchi. Moncucco: «Speriamo di trovare un buon accordo col Cantone».
Keystone
Un gazebo della Protezione civile davanti alla Clinica Luganese Moncucco (marzo 2020)
Un gazebo della Protezione civile davanti alla Clinica Luganese Moncucco (marzo 2020)
Coronavirus: ospedali confrontati a perdite milionarie
L'EOC lamenta ammanchi per 60-70 milioni di franchi. Moncucco: «Speriamo di trovare un buon accordo col Cantone».

BELLINZONA - Non sono solo ristoranti e negozi a dover lamentare consistenti perdite a causa dell'emergenza coronavirus. Anche strutture che nelle settimane della pandemia hanno lavorato alacremente come gli ospedali si trovano infatti a fare i conti con significativi ammanchi.

È il caso dell'Ente ospedaliero cantonale (EOC) che, sentito dal Caffè, stima di aver subito perdite intorno ai 60-70 milioni di franchi tra marzo e aprile (a fronte di un ricavo d'esercizio che, nel 2018, ammontava a 718,5 milioni di franchi). Come spiegato al domenicale dal direttore, Giorgio Pellanda, si tratta in particolare di attività mediche sospese (come le visite ambulatoriali o le operazioni non urgenti) e di spese aggiuntive determinate proprio dal Covid-19.

Situazione analoga anche alla Clinica Luganese Moncucco, struttura privata che è diventata centro Covid-19 nel Sottoceneri. Il direttore del nosocomio, Christian Camponovo, non è ancora in grado di calcolare con precisione il totale delle perdite, ma afferma: «Al momento stimiamo mancati introiti per all'incirca due o tre milioni di franchi». Ad essi si aggiungono circa 2 milioni di franchi di maggiori costi. Nel 2019, la Clinica Luganese Moncucco aveva totalizzato ricavi per 116,5 milioni di franchi e un utile d'esercizio di 4,45 milioni. 

Camponovo si augura che «si possa trovare un buon accordo» con il Cantone «per recuperare quanto speso e quanto non fatturato a seguito della conversione» della struttura in centro Covid. L'EOC avvierà invece una riflessione sugli investimenti che erano stati decisi prima della pandemia.

Le prospettive per il resto dell'anno, del resto, rimangono incerte. Gli ospedali ticinesi si vedranno probabilmente confrontati con una seconda ondata del virus in autunno. Le restrizioni e le cautele imposte dall'accresciuto rischio di contagio, inoltre, rallenteranno comunque per il resto del 2020 le attività, accrescendo costi e perdite.  

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