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Lucciole in fuga per il coronavirus. «E i clienti ci chiedono se le dogane siano ancora aperte»

Il panico per la pandemia non risparmia i locali a luci rosse. Cala la clientela e le ragazze si prendono una “pausa”
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Lucciole in fuga per il coronavirus. «E i clienti ci chiedono se le dogane siano ancora aperte»
Il panico per la pandemia non risparmia i locali a luci rosse. Cala la clientela e le ragazze si prendono una “pausa”
La saracinesca dei locali hot resta comunque aperta: «Qualche ragazza è rimasta e anche i clienti, seppure in misura minore, ci sono ancora»
LUGANO - Il panico da coronavirus non ha risparmiato il mondo a luci rosse. E non sono solo i clienti ad affluire in misura minore nei postriboli ticinesi, ma sono proprio le ragazze ad aver deciso di fare i bagagli e prendersi una pausa. «Si s...

LUGANO - Il panico da coronavirus non ha risparmiato il mondo a luci rosse. E non sono solo i clienti ad affluire in misura minore nei postriboli ticinesi, ma sono proprio le ragazze ad aver deciso di fare i bagagli e prendersi una pausa.

«Si svuotano i negozi, figuriamoci i locali come i nostri», sottolinea il gerente dell’Oceano. La psicosi da virus, insomma, ha colpito anche la celebre casa d’accoglienza del luganese: «Registriamo un calo della clientela che si può quantificare attorno al 40%. Non poco», prosegue ancora. «Ragazze ce ne sono, ma una quindicina su circa 38 hanno deciso di andare via, spaventate dalle informazioni provenienti dall’Italia. Il deflusso è iniziato domenica». 

L'attività della palazzina di Pazzallo in ogni caso prosegue: «Quanto accaduto era preventivabile. Ovviamente ci auguriamo che questa situazione si risolva il prima possibile. Nel frattempo non molliamo». Nonostante ciò che avviene tra quelle mura le renda (forse) poco utili, le disposizioni decise dalla Confederazione sembra vengano adottate con attenzione: «Lavarsi le mani? Le ragazze rispettano questa e le altre norme igieniche», viene assicurato.

«Ci chiedono se le dogane sono chiuse» - Anche a ridosso del confine la situazione non cambia. «Da lunedì hanno iniziato ad andare via. Prima due... poi altre. La paura è contagiosa e adesso ci troviamo con la metà delle ragazze», ammettono dal Pompei di Chiasso. Anche qui si continua comunque a lavorare: «Qualcuna è rimasta. Ed anche i clienti, seppur in misura minore. Aspettiamo che passi anche questa».

A poca distanza lo scenario è pressoché identico. «L’allarmismo ha messo molte ragazze in fuga. Alcune ci hanno riferito di essere rimaste bloccate in Romania a causa della quarantena imposta per chi arriva dalle “zone rosse” di Lombardie e Veneto - spiega uno dei responsabili del Maxim di Chiasso -. D'altronde partono tutte da Malpensa per tornare a casa. Da nostre informazioni, però, qualcuna sarebbe in Italia in attesa che il clima migliori. E che tornino i clienti».

Ciò che stupisce di più, in questo caso, sono le telefonate che il postribolo riceve dai propri clienti: «Almeno una trentina al giorno ci contattano per chiederci se le dogane siano ancora aperte. Dall’altra parte del confine evidentemente è passata un’informazione sbagliata». 

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