La clinica cantonale ha un problema di spaccio. Siamo andati a documentarlo
MENDRISIO - Il corpo è steso nel prato, al centro della clinica. Si alza, trema, ricade. «È fatto come una capra» spiega un paziente all'infermiera che passa in bicicletta, s'informa, se ne va. Nessuno accorre finché – dopo un'ora – la “botta” passa e l'uomo si allontana da sé.
«Il problema esiste» - Scene di un pomeriggio qualunque nella clinica psichiatrica cantonale. Gli stupefacenti circolano all'interno dell'Osc di Mendrisio: a raccontarlo a tio.ch/20minuti sono i famigliari di alcuni pazienti, preoccupati, e la conferma arriva dall'associazione Vask. «Il problema esiste ed è evidente, gli spacciatori entrano ed escono dalla struttura» spiega la presidente Rachelle Wirth. «Spesso a procurarsela all'esterno sono gli stessi pazienti, che poi la smerciano all'interno».
Comprare? «È facilissimo» - Una visita sul posto conferma i timori. Le tracce si vedono anche di giorno, ma i traffici avvengono «soprattutto la sera in una zona circoscritta del parco» racconta A.M.*, un paziente con problemi di tossicodipendenza. «Comprare una dose? È facilissimo, a qualsiasi ora. Più facile qui che fuori».
Il test in diretta - Accetta di farci vedere come funziona. Dopo aver contattato un altro paziente, A.M. fissa un incontro nel giardino della clinica. Concordano il prezzo: 60 franchi per una dose di cocaina. «Ma ai nuovi arrivati gli spacciatori la offrono anche gratis, per farli cadere nella dipendenza» racconta. «Arrivano direttamente nel reparto, o in camera. I primi giorni è stato uno choc: sono venuto qui per disintossicarmi, e mi sono trovato circondato di gente che mi offriva droghe».
Il Dss non commenta - Secondo Vask Ticino, che dal 2002 riunisce le famiglie di persone con disagio psichico, il fenomeno «è conosciuto agli addetti ai lavori, e non riguarda soltanto Mendrisio». Nelle cliniche psichiatriche, in generale, «controllare le entrate e le uscite è molto difficile, è inutile negare il problema» afferma Wirth. La direzione della clinica e il Dss, da noi contattati, hanno preferito per ora non rilasciare dichiarazioni.
Lamentele e segnalazioni - Le lamentele da parte di pazienti e famigliari non mancano. «Ho segnalato più volte al personale di cura la presenza di spacciatori nel parco della clinica» racconta ad esempio a tio.ch/20minuti la madre di un paziente che soffre di schizofrenia. «Per mio figlio, che non è stato ricoverato per tossicodipendenza, la vicinanza delle sostanze è un fattore di alto rischio. Ma mi è stato risposto che non potevano farci niente».
La consegna a buon fine - Dopo un'ora la “staffetta” ricompare: in un sacchetto, 0,7 grammi di polvere bianca. A.M. lo apre tremando, mostra la sostanza e la butta lontano. Per questa volta ha resistito. «Ma non so per quanto ancora riuscirò» avverte.
* nome noto alla redazione