Il Comitato ospedaliero VPOD Ticino boccia l’iniziativa Cardiocentro «perché assolutamente contraria al concetto di servizio pubblico»
LUGANO - Dopo aver esaminato l'iniziativa popolare del Cardiocentro Ticino, il Comitato ospedaliero VPOD Ticino, che raggruppa i rappresentanti sindacali del personale dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) raccomanda di bocciarla «perché assolutamente contraria al concetto di servizio pubblico volto alla tutela del personale e alla promozione della qualità delle cure».
Le argomentazioni portate dal VPOD sono diverse. Innanzitutto perché «è volta a stravolgere le volontà del fondatore-donatore del Cardiocentro, il quale aveva previsto il passaggio della Fondazione Cardiocentro Ticino (FCCT) sotto l’EOC dopo 25 anni» e perché «non rispetta i patti presi con l’Ente ospedaliero e con il Cantone, che hanno collaborato e sostenuto il Cardiocentro nella sua crescita qualitativa, anche in previsione del passaggio dopo 25 anni all’EOC della struttura».
Inoltre è un iniziativa che sarebbe in opposizione con l’esito della votazione popolare del 5 giugno 2016 sulla Legge sull’Ente ospedaliero cantonale (LEOC), votazione che con il 55% di No ha deciso di mantenere il carattere pubblico dell’EOC. «L’iniziativa del Cardiocentro obbligherebbe infatti l’EOC a partecipare in una posizione nettamente minoritaria (con 2 rappresentanti su 7 nel Consiglio di fondazione) ad una Nuova Fondazione privata del Cardiocentro, e questo per la durata di ben 99 anni», si legge nel comunicato del sindacato, che giudica quindi la proposta «irrispettosa del voto popolare espresso nel 2016».
Per il Comitato ospedaliero VPOD Ticino vi è poi da tenere in conto la questione salariale del personale del Cardiocentro, il quale non dispone di un contratto collettivo di lavoro (CCL). La maggioranza del personale avrebbe dunque «un chiaro vantaggio» a passare alle dipendenze dell’EOC «che ha stipulato un buon CCL».
Infine, si tratterebbe pure di una proposta «arrogante» perché volta a difendere gli interessi privati di membri e dirigenti della Fondazione Cardiocentro, «dietro il paravento di presunti interessi dei pazienti, che vengono chiaramente strumentalizzati».