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AGNO

Che successo la discoteca con i disabili: ecco video e foto

Boom di affluenza per la “prima” di LaVIVA al Temus. La coordinatrice del progetto annuncia: «Ci sarà un seguito»
Che successo la discoteca con i disabili: ecco video e foto
Che successo la discoteca con i disabili: ecco video e foto
Boom di affluenza per la “prima” di LaVIVA al Temus. La coordinatrice del progetto annuncia: «Ci sarà un seguito»
AGNO – Complessivamente oltre un centinaio di persone. Molte con disabilità fisica o psichica. Tutte felici e festanti, in pista, a ballare. La “prima” ticinese del progetto LaVIVA, svoltasi sabato sera al Temus di Agno, si &...

AGNO – Complessivamente oltre un centinaio di persone. Molte con disabilità fisica o psichica. Tutte felici e festanti, in pista, a ballare. La “prima” ticinese del progetto LaVIVA, svoltasi sabato sera al Temus di Agno, si è rivelata un successo. Sono, infatti, stati in parecchi ad aderire all’iniziativa lanciata dalle associazioni Procap e New Ability. «La cosa fantastica – commenta Giada Besomi, coordinatrice dell’evento – è che in pista non si è vista alcuna differenza tra le persone con handicap e i cosiddetti normodotati. Dopo questo exploit, ci sarà sicuramente un seguito».

Un obiettivo ambizioso – Portare in discoteca anche quelle persone che, solitamente, in locali del genere fanno fatica ad entrare. Per colpa delle barriere architettoniche, ma anche a causa delle luci troppo forti, della musica troppo alta, o di orari non adatti alle difficoltà cognitive delle persone stesse. Era questo l’obiettivo principale che gli organizzatori di LaVIVA si erano prefissati.

Sensibilità da migliorare – «Abbiamo cercato di mettere ogni avventore a proprio agio – dice Besomi –. E stando al grande entusiasmo che si poteva notare sul volto dei presenti, direi che il traguardo è stato perfettamente centrato. Sul posto sono intervenute le autorità comunali. E questo ci ha fatto un piacere enorme. Ha dato ulteriore valore al nostro impegno. Così come siamo felici della grande disponibilità ricevuta da parte dei responsabili del Temus. Nelle principali città della Svizzera tedesca e della Romandia questo genere di eventi è ormai routine. Vorremmo che anche in Ticino si arrivasse allo stesso livello di sensibilità».

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