L’Ufficio della formazione sta testando l’idea di un diploma cantonale per l’utilizzo professionale dei velivoli radiocomandati. «Noi siamo pronti» dicono alla Suisse Drone Academy
LUGANO - È una delle nuove professioni più vicine al decollo. In aria volteggia infatti il progetto di un diploma cantonale per “Tecnico di drone”. «Noi siamo pronti» afferma Ernesto Merz della Suisse Drone Academy (SDA) di Lugano. Già oggi la SDA, fondata con Riccardo Trombetti, offre corsi per diventare pilota professionista. Ma il rilascio degli attestati passa da una formazione riconosciuta dall’ente italiano Enac. In aggiunta i due, assieme a 5 istruttori, sono impegnati con i corsi per adulti promossi dal Cantone al via tra pochi giorni con 24 iscritti alla Ruag di Lodrino. E proprio questi corsi, come spiega Furio Bednarz, capo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione, «aiuteranno a capire se c’è interesse per un diploma cantonale» (vedi riquadro, sotto). Il progetto, spiega Merz, dovrebbe articolarsi su due moduli, uno teorico e l’altro pratico, per un totale di 200 ore d’insegnamento in collaborazione con la scuola di volo Avilù di Agno.
«Sentiamo spesso persone che ci dicono di avere il drone in cantina, ma di essere timorose ad usarlo» racconta Merz. A frenare i piloti in erba è soprattutto la mancanza di una chiara legislazione che stabilisca cosa è possibile fare senza violare la privacy dei sorvolati, come pure quali sono i limiti del volteggio. L’orizzonte, spiega il nostro interlocutore, dovrebbe schiarirsi nel 2019, con l’adozione anche in Svizzera dei regolamenti europei messi a punto dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa). Il nuovo regolamento, spiega Merz, disciplinerà la materia, dagli aspetti legati alle distanze, dalle altezze, alla privacy, all’obbligo d’annuncio d’incidente e altro ancora.
«Un drone non è un giocattolo», recita la massima visibile sul sito della SDA. Non è semplice infatti far passare il messaggio, dal momento che i droni per alcuni rappresentano “solo” l’evoluzione tecnologica dei vecchi aeromodelli e quindi sono anche un balocco. «In realtà è un mondo molto più complesso - spiega Merz -. Da qui la nostra opera di sensibilizzazione attraverso i corsi che proponiamo. La gente è molto attenta e se vede passare un drone sopra il proprio giardino s’inquieta subito». Senza autorizzazione preventiva dei proprietari dei terreni, sottolinea l’esperto, «non si possono fare riprese aeree. Vale anche per gli architetti che usano i droni per poi realizzare i rendering dei loro progetti. Vige l’obbligo nel giro di breve tempo di cancellare o non rendere riconoscibili le persone filmate. Questo, e altro, come la meteorologia, sono gli aspetti su cui diamo informazioni».
Usati per il trasporto rapido di medicinali scavalcando il traffico stradale oppure per ottenere immagini da prospettive impossibili o per cercare le persone disperse in montagna. Tanti servizi, potrebbero dare origine ad altrettante professioni. Da qui anche l’interesse dell’Ufficio cantonale della formazione. «I droni aprono le porte a nuovi mestieri» dice Merz, che aggiunge: «Non solo per chi pilota, ma anche per l’operatore video che lo affianca. Senza dimenticare i programmi per montare le riprese oppure le professioni legate alla vendita, alla manutenzione dei droni. Infine c’è il mondo degli apparecchi autocostruiti. Per adesso l’industria appare in stallo in attesa dei regolamenti che facciano decollare l’intero settore». Tra le novità del 2019 ci sarà anche la registrazione di ogni velivolo. Inoltre i droni, tramite emettitore, dovranno essere localizzabili in tempo reale via satellite.
«Idea interessante per un settore in forte sviluppo».
LUGANO - Un diploma cantonale per tecnico di droni? «È sicuramente un’idea interessante, per un settore in forte sviluppo. Stiamo cercando di accompagnare al meglio il processo» spiega Furio Bednarz, capo dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione. Come recita il nome, l’Ufficio è particolarmente attento alle nuove professioni che nascono dal fermento dello sviluppo tecnologico.
«Un diploma cantonale - ricorda il capoufficio - serve per coprire un vuoto quando non esiste un riconoscimento federale di professione». Ed è appunto il caso per i droni, apparecchiature che, prosegue il nostro interlocutore, «hanno una grande potenzialità d’utilizzo in numerosi campi e per molte attività». Dalla Polizia, alle compagnie di sicurezza, al mondo della fotografia e dei trasporti di piccole dimensioni. Tante categorie appunto che sono chiamate a farsi promotrici dell’idea di un diploma. «Nell’ambito della formazione l’autorità pubblica non decide mai dall’alto, calando una formazione. Essenziale è che dal basso, dalle associazioni di categoria, ci sia un’analisi d’interesse. Dopodiché noi ci faremo senz’altro promotori. Anzi stiamo già cercando di accompagnare il processo innescato dalla Suisse Drone Academy. Abbiamo infatti inserito dei corsi propedeutici, chiaramente non così ambiziosi come un diploma cantonale, nel nostro catalogo dei Corsi per adulti. Il primo segnale mostra che c’è interesse. Siamo il primo Cantone a proporre qualcosa di simile, a livello svizzero il Tcs offre una formazione simile, ma solo in tedesco e non in Ticino» conclude Bednarz.