La rivolta silenziosa di chi ha una cascina: «Quassù non è più possibile telefonare. Neanche per emergenza». Il portavoce di Swisscom: «Processo inevitabile. Le soluzioni ci sarebbero, ma…»
GAMBAROGNO – «Siamo tagliati fuori dal mondo. Quassù non è più possibile né telefonare né ricevere chiamate. Neanche per emergenza». Gianni Pini è un pittoresco signore che passa l’estate sui monti di Sant’Abbondio, nel Gambarogno. Il suo rustico oggi è di fatto isolato. La stessa cosa accade nelle altre venti cascine abitabili del monte. E anche, è doveroso ricordarlo, in altre località montane della Svizzera italiana. «È una situazione dovuta al passaggio graduale dalla telefonia analogica a quella digitale – dice Mauro Regusci, portavoce di Swisscom – le soluzioni ci sarebbero anche. Ma a volte sono i cittadini a bloccarle».
Manca la corrente – È una zona particolare, quella di Sant’Abbondio. Montagnosa, discosta, a un’ora a piedi da Gerra Gambarogno. E a pochi passi dal confine italiano. «I problemi di ricezione col telefonino ci sono sempre stati – precisa Pini – solo che prima, con la tecnologia analogica, avevamo il telefono fisso nella baita. Ad alimentarlo era la centrale. Adesso, invece, serve la corrente elettrica per far funzionare il router. E sui monti di corrente elettrica non ce n’è».
Stop annunciato – Swisscom l’aveva annunciato con largo anticipo. Entro il 2017, stop al telefono analogico. «Allora facciano qualcosa per fare funzionare meglio i cellulari – tuona Pini, sostenuto da altri proprietari di cascine – se ci succede qualcosa di grave, come facciamo? È un problema da non sottovalutare. Ci sono anche turisti svizzero tedeschi che hanno la casa quassù».
I vantaggi del progresso – Il caso dei monti di Sant’Abbondio, ovviamente, non è isolato. «La Svizzera è fatta di montagne – fa notare Regusci – il segnale digitale porta a tantissimi vantaggi. Ma anche a qualche svantaggio, come in questa situazione. Per fare funzionare la linea fissa servirebbe avere l’elettricità o avere un impianto fotovoltaico. Bisogna anche dire che noi da tempo stiamo proponendo alternative per fare fronte alla carenza di copertura dei cellulari in zone come quella dei monti di Sant’Abbondio».
Il solito ricorso – In particolare è pendente un progetto già avanzato nel 2009 dalla stessa Swisscom. Un’idea studiata per fare fronte ai disagi creati dalla conformazione del territorio, contraddistinta dal brusco passaggio dal lago all’area collinare. «E consiste – ricorda Regusci – nell’installare un impianto nella zona di Brissago. Un’antenna che, con la cosiddetta copertura incrociata, sarebbe in grado di occuparsi anche dei monti del Gambarogno. Il problema è che, come spesso accade in Ticino, un ricorso contro la licenza edilizia, rilasciata a fine 2016, ha di nuovo bloccato un iter già particolarmente lungo».