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LUGANO

AIL perde il ricorso, non riesce a sfrattare Upc Cablecom

Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di Ail Sa, i cavi di Upc Cablecom rimangono al loro posto e le due aziende stanno per firmare un accordo di convivenza
AIL perde il ricorso, non riesce a sfrattare Upc Cablecom
Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di Ail Sa, i cavi di Upc Cablecom rimangono al loro posto e le due aziende stanno per firmare un accordo di convivenza
Nel Luganese la fibra ottica di Upc Cablecom, per ora, rimane al suo posto, ossia nei tubi di Ail, lo ha stabilito il Tribunale federale di Losanna. L’azienda elettrica sottocenerina aveva cercato nel 2013 di disdire la convenzione con cui cede...

Nel Luganese la fibra ottica di Upc Cablecom, per ora, rimane al suo posto, ossia nei tubi di Ail, lo ha stabilito il Tribunale federale di Losanna. L’azienda elettrica sottocenerina aveva cercato nel 2013 di disdire la convenzione con cui cedeva una parte dello spazio nelle proprie tubazioni al provider di tv via cavo. Le parti, non trovando un accordo, sono finite davanti al Pretore, che ha dato ragione all’Ail. Sentenza ribaltata dal Tribunale d’appello. Lo scorso 25 maggio i giudici di Mon Repos hanno respinto il ricorso dell’azienda luganese. I giudici dell’Alta Corte ritengono che non si tratti di un puro contratto d’affitto, ma di una più complessa convenzione retta dal diritto amministrativo. «Sì, abbiamo perso», conferma Andrea Prati, Ceo di Ail, «bisogna precisare che il Tribunale federale non si è espresso sul merito della disdetta, ma sulla procedura adottata per lo sfratto».

«Stiamo mettendo a punto un nuovo accordo» - Le aziende, però, non hanno aspettato il termine dell’iter giudiziario per trovare una soluzione. «Abbiamo avviato un intenso dialogo che ci sta portando alla definizione di un nuovo accordo, che permetta a entrambi i partner di garantire i propri interessi e quelli dei propri clienti», ci spiega Prati. «Le discussioni sono in una fase molto avanzata, nelle prossime settimane si tratterà di mettere a punto gli ultimi dettagli».

Una convivenza tubo per tubo - Ail non può liberarsi dell’ingombrante inquilino, ecco quindi che la soluzione trovata punterà a una convivenza sopportabile. «Avremo un accordo mantello che andrà a chiarire le basi della collaborazione. Poi dovremo trovare delle soluzioni puntuali per i casi specifici», spiega Prati. Casi specifici, in quei tratti di rete dove una o l’altra azienda ha necessità di posare più cavi. Questo anche di fronte a un mondo dove la corrente elettrica viaggia sempre più nelle due direzioni: «Oggi il consumatore di energia elettrica, con i pannelli solari, sta diventando sempre più spesso anche produttore, che immette energia nella rete».

Nessuna emergenza - Ma lo sfratto, chiediamo, era dovuto a una situazione d’emergenza? L’Ail non ha più spazio per portare tutta l’energia nelle nostre case? «No, oggi una situazione di emergenza non c’è. Non abbiamo posizioni acute per le quali è necessario agire a brevissimo». Gli investimenti nell’ambito elettrico, continua Prati, hanno un orizzonte temporale di decenni. «La nostra disdetta era per avere una prospettiva futura senza condizionamenti per l’utilizzo dei nostri spazi». Tranquillità che la sentenza del Tribunale federale non ha garantito, ma che potrebbe nascere dal ristabilito dialogo con Upc. «Si tratta di due aziende molto importanti per lo sviluppo del territorio», conclude Prati

 

 

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