Gli industriali ticinesi si dicono "sconcertati" dall'invito del segretario regionale di Unia, Enrico Borelli a non penalizzare i lavoratori dipendenti
BELLINZONA - Non è ancora stata digerita la decisione del popolo ticinese che, lo scorso 5 giugno, ha deciso di accettare la tassa di collegamento.
Attraverso un comunicato, l'Associazione Industrie Ticinesi (Aiti), attacca il sindacato Unia che ieri, ha invitato le aziende colpite dalla tassa a non penalizzare i lavoratori.
Alle parole del segretario Enrico Borelli ha risposto con sarcasmo un'Aiti sconcertata, che ha definito il sindacato «La bella addormentata»: «Ma dov’era UNIA durate la campagna sulla tassa di collegamento? Si vede che dormiva per non accorgersi che avrebbe costretto le aziende a caricarla sui lavoratori già dal 1° di agosto 2016».
«Unia - si legge nella nota - non si deve essere accorta che le finalità della tassa di collegamento sono anche la riduzione del traffico veicolare. Quindi tocca in primis ai dipendenti-automobilisti pagarla, e a nulla sono valse le opposizioni di AITI alla sua introduzione, mentre UNIA taceva».
Aiti smentisce la dichiarazione del segretario regionale Unia Borelli secondo cui «saranno le associazioni padronali a presentare ricorso al Tribunale federale contro l'introduzioe della tassa di collegamento».
L'associazione degli industriali ticinesi precisa che «i ricorsi saranno presentati da diverse aziende». Aziende che chiederanno «l'effetto sospensivo all'introduzione della tassa».
In attesa che sia il Tribunale federale ad esprimere l'ultima parola, l'Aiti ricorda che la legge sui trasporti pubblici entrerà in vigore il 1° agosto del 2016. «Nel caso in cui i ricorsi al TF dovessero prevalere - spiega Aiti - la tassa non sarà applicata. Al contrario, qualora la tassa ricevesse il via libera dai giudici essa sarà prelevata dal 1 agosto 2016. Soprattutto per quelle aziende che si trovano nella necessità di ribaltare la tassa sui collaboratori che usano l’automobile e che sono confrontate con pesanti difficoltà congiunturali, gli importi della tassa da versare globalmente possono essere cospicui al punto da comprometterne le attività. Appare quindi sensato fare pagare a titolo preventivo la tassa già dal prossimo 1 agosto. Nel caso in cui fosse bocciata dal Tribunale federale le imprese che l’hanno già prelevata la
restituiranno ai collaboratori. Se le imprese non agissero in questo modo e i ricorsi contro la tassa dovessero essere bocciati, si troverebbero infatti nella condizione di richiedere per ogni dipendente un contributo globale di circa 900-1.000 franchi l’anno. Una somma difficilmente sostenibile se forse versata in un colpo solo».