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Notte all’ex sanatorio: è una sfida da duri

CUGNASCO-GERRANotte all’ex sanatorio: è una sfida da duri

06.06.16 - 08:39
L’edificio di Medoscio è solo uno dei luoghi gettonati dai giovani ticinesi in cerca di adrenalina. Lo psicologo: «Sognano un mondo tutto per loro»
Piotta
Notte all’ex sanatorio: è una sfida da duri
L’edificio di Medoscio è solo uno dei luoghi gettonati dai giovani ticinesi in cerca di adrenalina. Lo psicologo: «Sognano un mondo tutto per loro»

CUGNASCO-GERRA -  Una notte all’ex sanatorio di Medoscio, sfidando leggende e dicerie. Nonostante i controlli puntuali della polizia, lo storico edificio che si affaccia sul Locarnese è sempre più meta di teenagers in cerca di avventure. D’altra parte basta dare un’occhiata a social network e a YouTube per capire come la struttura, fondata agli inizi del ‘900 dal vescovo Aurelio Bacciarini per curare i malati di tubercolosi, sia stata trasformata, nel corso degli anni, in un luogo “cult”. «È come se i giovani cercassero isole che non ci sono più - sottolinea lo psicologo Graziano Martignoni -, posti in cui possano trovare un mondo un po’ tutto loro».

Fantasmi e urla - Attorno all’ex sanatorio di Medoscio sono state costruite leggende metropolitane di tutto rispetto. Si parla di fantasmi, di urla nella notte, di strane visioni. Ed è solo uno degli edifici abbandonati gettonati dai giovani ticinesi a caccia di trasgressioni. Nell’elenco andrebbe inserito ad esempio il suggestivo ex sanatorio di Piotta. Seppure in misura minore, anche l’ex cementificio del Parco delle Gole della Breggia e l’ex Monteforno di Giornico sarebbero meta di “pseudo coraggiosi” desiderosi di vivere emozioni forti. E pure nei dintorni del Grand Hotel di Muralto non mancano le tracce di bivacchi notturni.     

Il gusto dell’avventura - Stabili diroccati e pericolosi, strutture derelitte e affascinanti allo stesso tempo. Alcune, ed è il caso della gloriosa Villa Branca a Melide, sono state abbattute. Altre, come accaduto per l’ex sanatorio di Agra, oggi centro wellness di lusso, hanno una nuova vita. Altre ancora, però, restano lì, attirando l’attenzione di curiosi e avventurieri. Quelle di appassionati di fotografia come Massimo Meneganti e Chiara Zocchetti, che nella loro vita hanno immortalato decine di luoghi simili. Anche poco conosciuti, come un vecchio albergo del Luganese, abbandonato da tempo. «Sono attratto dalle atmosfere che si respirano tra queste mura - ammette Meneganti -. Sono posti che ti parlano». «Cerco la bellezza nella decadenza - gli fa eco Zocchetti -. E penso che sia questo ad affascinare anche il teenager».

Società senza identità - Una tesi, quest’ultima, supportata anche dallo psicologo. «Questi luoghi, che a noi magari appaiono brutti e pericolosi, sono carichi di memoria. È come se i giovani, senza saperlo, fossero attratti dalla storia di questi edifici. Per fuggire anche da una società che a volte è senza identità. Si tratta di luoghi sospesi nello spazio e nel tempo, di iperluoghi, lontani dalle regole e dagli schemi pre costituiti. C’è qualcosa di utopico dietro a questo meccanismo. E non va condannato a priori».   

Graffiti - A volte il giovane sente il bisogno di lasciare un segno personale in questi stabili. «Ad esempio - riprende Martignoni - un graffito. Si tratta di un gesto che non va demonizzato per forza. È un modo simbolico di riscrivere una storia diversa». Meneganti, dal canto suo, non apprezza particolarmente l’intrusione dell’essere umano in simili contesti. «Preferisco evitare di immortalare facciate imbrattate da graffiti. Trovo sia un peccato. Capisco il giovane, attratto dal proibito, dalla volontà di affermarsi. Però forse in certi edifici bisognerebbe semplicemente chiudere gli occhi e cercare di fermare il tempo con la mente».

Tesori soppressi - L’ultima constatazione di Zocchetti è nostalgica, fatalista. «All'estero di queste strutture ce ne sono molte di più. In alcune località ne trovi una ogni cento metri. In Svizzera, invece, si tende ad avere tutto ordinato e pulito. E quindi certi tesori vengono a poco a poco soppressi. È un peccato».

 

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COMMENTI
 

miba 7 anni fa su tio
Si, diamo retta agli psicologi e così siamo a posto! Io in tutto questo vedo un semplice abbandono da parte dei genitori altrimenti i "teenagers" (quindi minorenni) come farebbero ad andare a dormire in questi luoghi?

Muttley 7 anni fa su tio
Risposta a miba
Ho sessant'anni, sono sano di corpo e di mente e ricordo il gusto per la trasgressione che già mi (ci) animava tanti lustri fa. Forse è vero che oggi i ragazzi avrebbero bisogno di essere seguiti, ma non di più: in modo diverso. Molti adolescenti, oggi, dietro le loro maschere da bullo, nascondono fragilità disarmanti che vengono dall'incapacità di affrontare le difficoltà della vita, dall'avere sempre qualcuno che li protegge. Erigere questi luoghi (sinistri?) a occasioni per esorcizzare le paure non mi sembra fuori luogo: sono il corrispondente di quello che era il mio Babau. Ah, non sono uno psicologo... :)

MIM 7 anni fa su tio
Risposta a Muttley
Concordo. Ma il massimo per assaggiare la paura, per questa generazione, è di privarli del natel e del PC per una settimana. Ne uscirebbero distrutti ;-)

miba 7 anni fa su tio
Risposta a Muttley
Vedi? Non sei uno psicologo e concordo su quanto hai scritto. Scherzi a parte hai perfettamente ragione

Muttley 7 anni fa su tio
Risposta a MIM
non sarebbe paura, sarebbe crisi di astinenza :)
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