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MASSAGNO

Il sosia di Bergoglio è un “ribelle” ticinese

Sergio Bernasconi, 61 anni, assomiglia in modo evidente al Papa. Non solo dal punto di vista fisico: «Da sempre contro corrente»
Foto Tio
Il sosia di Bergoglio è un “ribelle” ticinese
Sergio Bernasconi, 61 anni, assomiglia in modo evidente al Papa. Non solo dal punto di vista fisico: «Da sempre contro corrente»
MASSAGNO - Quando sorride, la somiglianza diventa incredibile. Sergio Bernasconi, 61enne di Massagno, è il sosia naturale del pontefice Bergoglio. Tanto che qualcuno l’ha pure ribattezzato il “Papa” di Bomborozzo, il quartier...

MASSAGNO - Quando sorride, la somiglianza diventa incredibile. Sergio Bernasconi, 61enne di Massagno, è il sosia naturale del pontefice Bergoglio. Tanto che qualcuno l’ha pure ribattezzato il “Papa” di Bomborozzo, il quartiere in cui vive. «Il giorno stesso dell’elezione di Bergoglio - ricorda - ho ricevuto telefonate da amici. E il giorno dopo c’è stato chi mi ha portato il giornale per farmi notare quanto il Papa sembrasse il mio gemello».

Una vita intensa - E pensare che Sergio, un gemello ce l’ha per davvero. «Si chiama Claudio. Ma lui non è così spiaccicato al Papa». Cresciuto nel quartiere di Santa Lucia, Sergio ha avuto una vita intensa. Sia dal punto di vista politico, sia da quello lavorativo. «Sono sempre stato un ribelle, uno che va controcorrente. Proprio come Bergoglio. E a volte ho pagato a caro prezzo questa mia indole».

Disoccupazione - Per 32 anni è stato attivo come consigliere comunale, 24 anni nel PPD e 8 in una lista civica. Impiegato di commercio, ha lavorato per anni presso il sindacato OCST. «Sono stato l’unico impiegato della storia capace di farsi licenziare dal sindacato. Il problema è che non ero più in linea con certe cose. Ho vissuto per diversi anni il dramma della disoccupazione. Ora sono pensionato».

Contro il sistema - Celibe, senza figli, il Bergoglio di Massagno sembra un personaggio tranquillo, pacato. Ma la realtà dice altro. «Io sono un lottatore. Ho sempre portato avanti i miei principi. Adesso con la politica chiudo, non mi sono più rimesso in lista. Nella mia carriera di consigliere comunale ho mandato a quel paese diverse persone. E ne vado fiero. I programmi vengono preparati secondo principi di marketing, si bada all’apparenza e non ai problemi della gente. A me questo dà fastidio».

Un quartiere che vive - Sergio continuerà, comunque, la sua avventura come presidente dell’associazione del quartiere Bomborozzo. «Stiamo facendo un sacco di cose, anche per lo sviluppo sostenibile e per l’integrazione. A Massagno sono rappresentate ben 91 nazionalità. Questa gente va coinvolta».

Scontro sull’altare - Ha fatto l’animatore degli scout per 30 anni, è stato in consiglio parrocchiale per 10 anni. Il 61enne di Massagno si dichiara credente e praticante. Anche se deluso da alcune questioni legate alla Chiesa. «In alcuni posti la Chiesa è troppo invischiata con la politica. Figuratevi che io leggevo sempre a messa a Massagno. Fino a quando il prete non è venuto da me, consigliandomi di prendermi una pausa. E questo perché come consigliere comunale avevo lanciato un referendum che andava contro alcuni poteri forti. Siccome Dio è dappertutto, io ora a messa vado a Besso».

Sangue dal naso - Amante della letteratura e della storia, Sergio si riconosce in Bergoglio anche per quanto riguarda le sfide che sta portando avanti. «Anche lui si batte per la difesa della natura, per la dignità dei poveri, e per l’incontro tra religioni. Io sono una persona concreta. E questa mia caratteristica mi ha creato diversi nemici. A un certo punto, tra tensioni e lettere diffamatorie, mi scendeva spesso sangue dal naso. Ho sofferto parecchio. Adesso mi levo dai piedi, non sarò più in consiglio comunale. Ma forse è un bene, la mia voce potrà essere ancora più libera e forte».

 

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