Incatenati al Liceo Lugano 1: «Diamo un taglio ai tagli!»

In cinquanta sedi scolastiche ticinesi ha preso vita stamattina l'annunciato sciopero al contrario
In cinquanta sedi scolastiche ticinesi ha preso vita stamattina l'annunciato sciopero al contrario
LUGANO. «Taglio ai tagli! Taglio ai tagli! Tagli ai tagli!» Lo sciopero al contrario per dire “no” ai continui tagli che da oltre vent’anni attaccano l’istruzione pubblica ha preso vita stamattina in cinquanta sedi scolastiche ticinesi. Una giornata di vacanza obbligata che per molti si è dunque trasformata in una protesta. Stamattina al Liceo Lugano 1 si sono riuniti diversi docenti e studenti. Molti di loro con un nastro di sbarramento si sono incatenati, chiedendo di essere liberati, di poter quindi andare a scuola.
Un giorno di vacanza per parlare di scuola - «Trovo che questi tagli siano ingiusti, perché incidono anche sulla nostra istruzione. Un giorno di vacanza in più non è l’ideale» ci dice Katrin, una studentessa di prima liceo. Da parte sua il direttore Giampaolo Cereghetti ci spiega: «Abbiamo trasformato questa giornata in un momento d’incontro per discutere del valore della scuola, che va preservato. Perché i tagli sono vicini a una soglia oltre alla quale non si può più andare». Molti professori e studenti presenti sul piazzale dell'istituto. Non mancavano comunque gli allievi che avevano raggiunto il liceo soltanto «perché avevo sentito che c'era movimento».
«Insegnamento meno attrattivo» - Ma cosa è peggiorato negli ultimi vent’anni? «La cosa più inquietante è il peggioramento dell’attrattività della professione - ci dice il professor Fabio Pusterla - quindi non è più detto che i migliori scelgano l’insegnamento. Questo è il pericolo più grosso».
Nel primo pomeriggio studenti e docenti da tutto il cantone si incontreranno a Bellinzona, per la manifestazione in Piazza del Governo.






