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660 franchi in meno al mese per 63 autisti frontalieri

Unia denuncia la scelta della Schöni Transport AG con la sua sede a Stabio
660 franchi in meno al mese per 63 autisti frontalieri
Unia denuncia la scelta della Schöni Transport AG con la sua sede a Stabio
STABIO - 660 franchi in meno al mese per 63 autisti frontalieri della Schöni Transport AG, attivi a Stabio. Unia denuncia un nuovo caso sulla sua black list online (denunciamoli.ch) che elenca aziende che non rispettano i diritti e le regole san...

STABIO - 660 franchi in meno al mese per 63 autisti frontalieri della Schöni Transport AG, attivi a Stabio. Unia denuncia un nuovo caso sulla sua black list online (denunciamoli.ch) che elenca aziende che non rispettano i diritti e le regole sancite per i lavoratori.

Il caso è semplice. La società di autotrasporto di merci su strada, che impiega 700 persone in Svizzera di cui una settantina a Stabio (63 frontalieri) ha deciso, il 24 gennaio scorso, di calcolare ed erogare il salario in euro agli autisti Cat. C con residenza al di fuori della Svizzera.  Questo a partire dal 1. gennaio, quindi prima ancora che la Banca Nazionale Svizzera annunciasse l’abbandono del tasso fisso euro/franco.

Il tasso di conversione scelto dall'azienda è quello di 1,20 franchi per 1 euro. Cosa vuol dire? Unia spiega che prendendo ad esempio il salario di dicembre 2014, su un salario di 4’000 franchi mensili, con il pagamento in euro gli autisti perderanno 666 franchi, ossia il 16,65%. “La perdita sull’anno è di 8’666 franchi (666 x 13). Lo stesso criterio è usato per calcolare il 13° salario, un’altra perdita secca di 666 franchi. Lo stesso dicasi per le spese forfetarie mensili. Queste a dicembre 2014 ammontavano a 800 franchi. Complessivamente e arrontondando la perdita totale di un lavoratore frontaliere del gruppo Schöni ammonta a circa 10’000 franchi”.

Unia inoltre specifica anche che nel nuovo contratto, non c’è traccia di un limite temporale imposto a questa misura.  Secondo il sindacato, “i tagli operati dalla Schöni non sono neppure da mettere in conto a un calo di lavoro. È una manovra per salvaguardare il margine di profitto della proprietà, innalzando il tasso di sfruttamento della sua forza lavoro, in particolare quella frontaliera. Politiche aziendali come quelle del signor Schöni, sempre più in ottima compagnia, mirano a scardinare tutti gli impianti contrattuali e legali per imporre un grado di sfruttamento sempre più generale. È con queste politiche che il dumping salariale si afferma come una costante del mercato del lavoro ticinese. E se il signor Schöni vuole delocalizzare in Slovacchia, lo faccia pure. Piuttosto di avere aziende che impoveriscono i lavoratori, che fomentano il dumping, è meglio che queste cambino orizzonte”.

 

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