Che fine ha fatto il signor Pietro?

L'uomo della mitica Bottega è (quasi) sparito dalla televisione, ma in molti non lo hanno dimenticato. Sul web circolano ancora i suoi video. E noi siamo andati a trovarlo
L'uomo della mitica Bottega è (quasi) sparito dalla televisione, ma in molti non lo hanno dimenticato. Sul web circolano ancora i suoi video. E noi siamo andati a trovarlo
TORRE - Ora il suo tempo è scandito soprattutto dalle lunghe passeggiate in montagna. E a volte, quando Pietro Aiani cammina in mezzo alla natura, il suo pensiero torna alla ‘Bottega’, a quei fantastici pupazzi di stoffa con cui lui trascorreva ore e ore a chiacchierare. Il signor Pietro oggi ha 67 anni, si è trasferito dalla Capriasca a Torre, in Valle di Blenio, la terra da cui proviene la sua compagna, e la sua barba scura è diventata bianca. Ma l’entusiasmo e la voglia di raccontare sono ancora quelli di un tempo. E così il cane Poppo, la Lumpi, l’Ebe, il Tola, l’Oreste non sono più solo personaggi che appartengono alla tivù del passato, a una delle storiche trasmissioni per l’infanzia targate RSI. “Quante emozioni in quella ‘Bottega’ – sospira –. Io con quei pupazzi parlavo davvero, mi immedesimavo nel personaggio e via, entravo in un mondo a parte”.
In molti se lo chiedono. Ma chi muoveva i pupazzi della ‘Bottega del signor Pietro’?
"Forse oggi possiamo svelare il segreto. Ogni marionetta aveva il suo animatore che stava dietro al bancone, mentre le voci provenivano da dietro le quinte. Insomma, un sistema piuttosto complesso per l’epoca, in cui erano coinvolte diverse persone. Bisognava trovare un feeling perfetto tra il signor Pietro, gli animatori e le voci. La nostra fortuna era quella di avere una squadra collaudata, in cui ci si capiva al volo.
La ‘Bottega’ era un incredibile luogo di incontro. Ricordo che tra gli ospiti più assidui c’erano Aldo e Giovanni, del famoso trio comico italiano.
"E ognuno di questi ospiti portava il suo contributo. C’erano spontaneità e fantasia in quel programma. Si cercava di proporre un divertimento intelligente, di fare crescere i nostri giovani telespettatori".
Ne parla con nostalgia. Le manca la ‘Bottega’?
"Onestamente no. Le cose devono seguire il loro decorso naturale. Sono in pensione e me la godo. A volte mi invitano ancora a Comano come ospite, magari dal cane Peo, e ci vado volentieri".
Intanto in internet, su youtube e nei social network, circolano ancora i video della ‘Bottega’.
"Significa che abbiamo lasciato un buon ricordo. Fa piacere. D’altra parte mi capita di essere riconosciuto anche per strada, nei ristoranti. Il signor Pietro è rimasto nel cuore dei ragazzi degli anni ’80-’90".
Lei è da tutti definito come una persona estrosa, creativa. A parte andare in montagna, come trascorre ora le sue giornate?
"Ho due figli e una nipotina, ho la mia vita. Mi dedico alla lettura e alla mia grande passione, il teatro. Anche se in questo preciso periodo sono un po’ fermo. Rientrerò presto, perché il palco mi manca".
La televisione di oggi la guarda?
"Sì, ma sono legato alle fasce serali. Non mi sono ancora abituato alla nuova concezione di televisione. Seguo documentari e film. E poi mi guardo il tennis. Ho giocato per 20 anni nel calcio minore, ho pure fatto il giornalista sportivo per un certo periodo, lo sport mi piace. Non sono un teledipendente, però. Anzi, oserei dire che io e le nuove tecnologie non andiamo molto d’accordo".
Ha un cellulare?
"No. O meglio, sì, ma è sempre spento. L’ho messo in fondo al mio sacco da montagna e lo uso solo per le emergenze. Aveva ragione Umberto Eco quando diceva che il telefonino è un guinzaglio elettronico".






