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SVIZZERA / TICINO

Presentatore rivela in tv il suo stipendio, "Giusto rendere pubblici i salari"

Il giornalista economico della Televisione Svizzera Reto Lipp: "Guadagno 120mila franchi all'anno". Saverio Lurati: "Sì, i salari devono essere pubblici. Troppe speculazioni da parte dei datori di lavoro"
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Presentatore rivela in tv il suo stipendio, "Giusto rendere pubblici i salari"
Il giornalista economico della Televisione Svizzera Reto Lipp: "Guadagno 120mila franchi all'anno". Saverio Lurati: "Sì, i salari devono essere pubblici. Troppe speculazioni da parte dei datori di lavoro"
BERNA - Operazione trasparenza. E' stata lanciata dal presentatore televisivo Reto Lipp sulla Televisione Svizzera l'altra sera con una rivelazione che non mancherà di suscitare dibattito nell'opinione pubblica. La sorpresa...

BERNA - Operazione trasparenza. E' stata lanciata dal presentatore televisivo Reto Lipp sulla Televisione Svizzera l'altra sera con una rivelazione che non mancherà di suscitare dibattito nell'opinione pubblica. La sorpresa è giunta lunedì sera, quando ormai alla trasmissione economica "Eco" si era arrivati alle ultime battute.

Il presentatore ha reso pubblico il suo guadagno annuale, 120mila franchi. Una cifra alla quale bisogna aggiungere altri 20mila franchi, guadagnati grazie a lavori extra.

Il 51enne, che si è aggiudicato il premio di giornalista economico dell'anno, ha voluto così rompere un tabù: la segretezza dei salari. La trasmissione di lunedì sera verteva proprio sul tema "lavoro e trasparenza salariale" e Lipp ne ha, per così dire, approfittato per rendere noto l'ammontare del suo stipendio annuale.

Al Blick il 51enne ha spiegato senza troppi giri di parole che "i giornalisti devono essere trasparenti, visto che pretendono la trasparenza dagli altri".
 
La rivelazione al pubblico del suo stipendio anche per correggere il tiro nei confronti dei maligni e sfatare la leggenda secondo cui i presentatori della televisione pubblica verrebbero ricoperti con stipendi d'oro. Quando lavorava come dirigente nel settore della gestione patrimoniale di UBS egli "guadagnava, bonus esclusi, più del doppio di quanto oggi prende in televisione". Ma come si sa, i soldi non sono tutto nella vita e , nonostante l'importante differenza di guadagno, Lipp ha scelto di lasciare la banca per dedicarsi all'informazione economica nel piccolo schermo.

Anche in Ticino, come in tutta la Svizzera, la segretezza salariale è uno dei modelli cardine nel rapporto tra lavoratori dipendenti e datori di lavoro.

Il Blick nel suo sondaggio chiede ai lettori se trovano giusto rendere pubblico che le aziende informino i propri dipendenti sull'ammontare dei salari accordati a ogni collaboratore: il 57% ha risposto di sì.

Saverio Lurati su questa questione non ha dubbi: : "Sì è giusto. I salari devono essere pubblici. Uno dei problemi che abbiamo in Svizzera è la segretezza dei salari, che permette a parecchie persone di poter speculare in modo assolutamente indecente".

Un CCL potrebbe permettere più trasparenza?
“Attenzione, il CCL fissa dei salari minimi. Se un datore di lavoro poi concede più del minimo, questo non è reso noto”.

Quindi alla stessa mansione succede che un lavoratore non guadagni tanto quanto il suo collega?
“Esattamente, funziona così.  C’è da precisare, però, che rendere pubblici i salari non vorrebbe dire necessariamente livellarli tutti. Vuol semplicemente dire che se un datore di lavoro accorda un salario maggiore a un proprio dipendente, esso deve giustificarlo davanti agli altri dipendenti, spiegando che la decisione nasce da una questione legata al rendimento, alla fedeltà all'azienda, all’anzianità di servizio, eccetera...”

Per un datore di lavoro quale il vantaggio di mantenere segreto il salario?
“Può capitare che un datore di lavoro possa accattivarsi un buon lavoratore con qualche incentivo, chiedendogli di non farlo sapere ai colleghi, che, magari, sono bravi quanto lui. Il datore di lavoro può così anche evitare che vengano rivelati divari salariali insostenibili tra lavoratori, tra capi ed esecutori, con tutte le tensioni che ne deriverebbero”.
 

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