Caso Barbuscia, il Governo minimizza: "Solo un errore di comunicazione"

BELLINZONA - C'è un certo imbarazzo. Questa volta Laura Sadis ha dovuto sudare per riuscire a divincolarsi dal pasticciaccio in Banca Stato. Il caso Donato Barbuscia, il direttore di Banca Stato rimosso dalla sua carica dal CdA nelle scorse settimane è stato gestito in modo discutibile dal governo e dall'istituto stesso.
Un caso delicato, ma gestito dal CdA - ammette Sadis - a livello comunicativo non in modo egregio. Un comunicato interno del 5 settembre informava i collaboratori del congedo di Barbuscia e dell'affidamento di BancaStato al vicepresidente Renato Arrigoni. I colloqui tra Pelli e Barbuscia sono intercorsi tra la fine di agosto e l'inizio di settembre.
Il Cda ha tenuto conto della necessità di informare solo alla fine dei colloqui con Barbuscia, conclusi l'8 settembre. Pelli, dichiara Sadis, la informò poco dopo la metà di agosto delle intenzioni di Barbuscia, precisando che le parlava in via assolutamente confidenziale.
La notizia della ricerca del successore di Barbuscia non poteva essere comunicata al Consiglio di Stato "per ragioni di riservatezza", essendo ancora in corso le trattative con Barbuscia.
Sadis chiese se la decisione del congedo non fossea legata a problemi sorti recentemente. Pelli rispose che non c'entravano i problemi sorti nell'attività della banca.
Riguardo alla comunicazione Sadis "chiese che la Presidente e il Consiglio di Stato potessero ricevere l'informazione contemporaneamente al personale della banca". Il Cda "si è incomprensibilmente" dimenticato d'informare il Governo, mentre la notizia è stata data con grande risalto dai media. "Fu per i motivi di riservatezza che non diedi informazioni in merito alla procedura di ricerca di un nuovo presidente del Consiglio di amministrazione" afferma Sadis, che provò più volte nei giorni successivi a contattare Fulvio Pelli, ma senza successo.
Contatto telefonico del 7 settembre 2011: il Cda non avrebbe rilasciato nessuna ulteriore comunicazione. "Chiesi a Pelli di rivedere la strategia di comunicazione", che aveva scatenato una ridda d'ipotesi e "danneggiava la banca". Nei mesi che sarebbero occorsi per trovare il successore di Barbuscia "era impensabile gestire la comunicazione in tal modo. Non era questione di riservatezza: "un'informazione corretta non avrebbe pregiudicato" gli interessi della banca e degli interessati. Nel tardo pomeriggio dell'8 settembre Sadis ha la rassicurazione da parte di Pelli di una comunicazione per iscritto al Consiglio di Stato. E lo fu, ma il 12 settembre, quindi sei giorni dopo la comunicazione alla FINMA.
Il Consiglio di Stato "pur ritenendo che la comunicazione non è stata gestita bene" ridimensiona la reale portata dell'accaduto, definendolo "un passo falso nella comunicazione".
Il Cda sembra aver sottovalutato l'importanza dell'avvicendamento alla testa di una banca come BancaStato. La divulgazione dell'informazione poteva essere fatta immediatamente dopo l'ultimo incontro con Barbuscia dell'8 settembre, tenendo anche conto che la comunicazione interna era del 5 settembre. "Un'informazione più esaustiva avrebbe evitato tutto il polverone mediatico-politico" conclude Sadis.




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