Falciato da un treno, la storia di Stefano diventa un film

Intervista al regista ticinese Kevin Merz, autore del film "Terra", dedicato a Stefano Terranova, di Paradiso, morto assieme a Maria Nessier mentre attraversavano i binari della ferrovia. Il film verrà proiettato venerdì
LUGANO – Serata tragica quella dell’11 settembre 2009. Le vite di Stefano Terranova, 31enne di Paradiso e Maria Nessier, 52enne di Pazzallo, vengono improvvisamente spezzate quando nell’attraversare i binari della stazione di Lugano-Paradiso vengono investiti da un treno in arrivo.
Ed è proprio un carissimo amico di Stefano, Kevin Merz - artista ticinese dalle origini svizzere e africane - a voler ricordare il ragazzo con un film documentario improntato sull’amicizia tra i due ma anche sul rapporto con il Ticino. Il film, una collaborazione RSI e Amka Films Production, verrà proiettato venerdì allo Studio Foce. Ne abbiamo parlato con il regista.
Signor Merz, cosa evoca in lei il titolo del documentario, “TERRA”?
“Stefano Terranova noi lo chiamavamo tutti “Terra”, era il suo nomignolo, e c’è una bella coincidenza con il fatto che il film parla anche della nostra terra, del nostro territorio. Il titolo è perfetto perché parla di una realtà ticinese che non si vede spesso. È quasi un diario, molto intimo, fatto tra amici e girato su 10 anni. Ho usato praticamente solo materiale d’archivio. L’ho fatto anche perché Terra era un mio carissimo amico e volevo trovare un modo per “digerire” questa perdita. Ma anche per ricordare. Un bellissimo processo per tornare indietro, pensare al passato, e capire tante cose anche di me stesso e dei miei amici. L’ho fatto per lui, per i miei amici ma anche per me stesso.”
E cosa vuol suscitare quindi nel pubblico?
“Il film vuole essere uno sguardo in una subcultura, così da far vedere il mondo attraverso altri occhi. Il film parla di terra ma parla anche di noi, di un’amicizia, di trovare il posto nella società o nella vita, parla molto di droga e dell’abuso di droga. La cosa principale però è la mia amicizia con lui, un mio ricordo del passato. Il mio voice over accompagna infatti il film. Ci sono molte immagini dei miei amici, di noi, di noi da giovani che facevamo festa.”
Che persona era Stefano?
“Era un artista in tutti i sensi. Dipingeva, suonava, faceva di tutto e aveva molto talento. Era una persona “mitica” luganese, chiunque frequentasse l’underground di Lugano lo conosceva. Stefano era anche una persona difficile, complessa e poetica, con un grande mal di vivere. Aveva un po’ il romanticismo del poeta maledetto, infatti aveva uno stile di vita abbastanza estremo e soffriva di una forte tossicodipendenza. È stato eroinomane per 10 anni. Si trattava dunque di una persona molto turbata, sempre in lotta con se stessa, con il mondo, con la società.”




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