Ecco cosa succede nei templi della massoneria

Simboli, percorsi e rituali segreti. Leggende e realtà
LUGANO – “La massoneria? È un’istituzione in crisi. E non potrebbe essere altrimenti visto che la società moderna è sempre più priva di valori”. Mariano Bizzarri, autore di ‘Simboli della massoneria tradizionale’, ha pochi dubbi: il futuro della massoneria, ordine iniziatico al quale ha dichiarato di volere aderire anche il consigliere di Stato Norman Gobbi, creando discussioni a non finire, è a rischio. “Il degrado globale ha colpito anche la massoneria. Oggi non ha più potere”, dice. E c’è chi assolve Gobbi. Il filosofo e simbolista Claudio Bonvecchio ad esempio: “Il conflitto di interesse? Per un vero massone non dovrebbe esistere. Chi vuole davvero fare questo percorso, lo separa dagli interessi professionali e legati alla carriera”.
Simboli e confusione - Il compasso, la squadra, l’alloro... La massoneria è fatta (anche) di simboli, che rimandano all’idea del ‘grande architetto dell’universo’. Un Dio ‘fai da te’, insomma, che aiuta l’individuo nella ricerca della verità. Il requisito minimo per potere accedere a una loggia massonica è il rifiuto dei dogmi. Dall’altra parte però non si può nemmeno essere atei. La confusione è parecchia. Diverse teorie sostengono che la massoneria abbia come fine quello di distruggere la Chiesa. Il sociologo e scrittore Massimo Introvigne illustra la situazione: “Non esiste la massoneria. Esistono le massonerie. Che si distinguono per ideologie e rituali. Sostanzialmente ci sono due tipi di obbedienza: quello alla gran loggia di Londra, più positivista e moderato, e quello al Grande oriente di Parigi, tendente all’ateismo. In ogni caso la Chiesa non accetta la massoneria. Proprio perché questa non riconosce i dogmi”.
Percorso - La massoneria, che in Svizzera conta circa quattromila ‘fedeli’ (di cui 300 distribuiti nelle otto sedi in Ticino, dove la loggia più nota è il ‘Dovere’), ufficialmente nasce nel 1717, con la costituzione delle quattro logge inglesi. Ancora Bonvecchio: “Aderendo alla massoneria una persona decide di fare un percorso individuale, sia a livello spirituale sia morale. Ci si trova nel ‘templi’ una o due volte al mese, si fanno dei rituali”.
Rituali segreti - Tre livelli chiave. Apprendista, compagno e maestro. Il periodo di apprendistato dura circa un anno. In questo periodo il candidato studia, cerca di assimilare gli strumenti per poi intraprendere il cammino. A un certo punto c’è la prova, il ‘labirinto’. Un percorso intellettuale che funge da vero e proprio esame. Se il candidato ha studiato bene, arriva fino in fondo. “Chi chiede di accedere alla massoneria – annota Bizzarri – è alla ricerca di nuove forme di appagamento, di nuovi punti di riferimento. Anche per questo si cerca di saggiare la sua motivazione attraverso diversi colloqui”. I contenuti delle riunioni massoniche sono segreti. Si sa che vengono effettuati dei rituali e che i membri sono vestiti in modo particolare. Interviene Introvigne: “In generale il rito è così strutturato: c’è una parte simbolica in cui i massoni passano da una parte all’altra delle colonne del tempio, recitando formule che rievocano la storia massonica. In un secondo tempo c’è una conferenza tenuta dal venerabile, la figura di riferimento. In seguito una discussione pubblica”. Bizzarri puntualizza: “Il concetto di segretezza è dato dal fatto che uno la verità la scopre individualmente. Non si può fare capire agli altri ciò che si è vissuto in maniera tanto intensa in prima persona”.
Tra leggenda e realtà - “Ci sono un sacco di leggende metropolitane attorno alla massoneria – aggiunge Bonvecchio –. Ad esempio se uno decide di lasciare, non c’è alcuna persecuzione nei suoi confronti. Il fatto che tra massoni ci si aiuti? È un principio di fratellanza che si trova anche in altri tipi di istituzione”. “Nel diciannovesimo secolo qualcuno probabilmente è stato pure perseguitato – conclude Introvigne –. Oggi, però, non è più così. I favoritismi? Di base non dovrebbero esserci. Però è chiaro che al di fuori delle sedute di loggia, possono scattare meccanismi particolari che garantiscono privilegi ad alcuni. Un conto è la teoria, un conto è la pratica, insomma”.



