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INTERVISTA

Betty Martinetti: "E ora vi parlo di mia sorella Nella"

Dopo anni di silenzio la sorella di Nella Martinetti si lascia andare ad una confessione dalla quale riemergono scheletri e rancori
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Betty Martinetti: "E ora vi parlo di mia sorella Nella"
Dopo anni di silenzio la sorella di Nella Martinetti si lascia andare ad una confessione dalla quale riemergono scheletri e rancori
LUGANO - “Come diceva Mia Martini rivolgendosi al padre: ‘Ci vorrebbe un’altra vita’per perdonarla”. Sono parole dure,cariche di un rancore che il tempo non è riuscito a mitigare quelle di Betty Martinetti, s...

LUGANO - “Come diceva Mia Martini rivolgendosi al padre: ‘Ci vorrebbe un’altra vita’per perdonarla”. Sono parole dure,cariche di un rancore che il tempo non è riuscito a mitigare quelle di Betty Martinetti, sorella di  Nella Martinetti, popolare cantante ticinese venuta a mancare a 65 anni, stroncata da un brutto male.

Della vita di Nella infatti, oltre alle luci della ribalta, c’è un altro aspetto che è meno noto, e che si è trascinato sino alla fine rimanendo irrisolto: le incomprensioni e la rottura del rapporto con sua sorella Betty, nota per il suo impegno nel mondo teatrale e per aver fondato Pulci e Cicale, una “scuola di teatro per ragazzi e adolescenti”.

Dopo anni di silenzio Betty Martinetti si lascia andare in una confessione al telefono dalla quale riemergono scheletri e rancori. Una confessione che a tratti lascia spazio all’emozione.
“Non voglio infierire contro mia sorella, proprio ora che non c’è più – spiega Betty -. È evidente però che se negli ultimi 12 anni ho deciso di non avere più alcun rapporto con mia sorella è per motivi gravi. Ho sette anni più di Nella, i miei non sono certo i capricci di una ragazzina”

Motivi gravi dei quali Betty Martinetti fatica a parlare. “La mia è stata una vita consumata dalla persecuzione che è proseguita anche dopo la chiusura del nostro rapporto. Finché è stata in vita mia sorella ha cercato di mettere in piazza la sua vita privata e quella della sua famiglia addossando colpe a destra e a manca. Io l’ho detestata. Detestavo  quando mi guardava con quel suo sorriso. Dietro quell’aria bonaria non c’era ciò che faceva vedere lei. Ho fatto di tutto per tentare di tenere in piedi il nostro rapporto, ma laddove questo voleva dire essere schiacciata per tutta la vita, ho dovuto dire di no”.

Nemmeno di fronte alla morte le due sorelle hanno trovato modo di riappacificarsi. “Non sono pentita per non essere andata a trovare mia sorella prima che morisse – spiega seria Betty -. Avrebbe dovuto cercarmi lei, cercare la persona che aveva ferito. Io ora posso solo dire di essere stufa. Stufa che si debba morire per diventare un’icona. Quando negli anni ’90 io fui ricoverata per un linfoma non Hodgkin (tumore al sistema linfatico), ho lottato contro la morte da sola. Lei non è mai venuta a trovarmi alla Clinica Santa Chiara. C’erano i miei figli, i miei allievi, ma lei, invece di preoccuparsi di sua sorella, passava il tempo in televisione assieme a sua madre a piangersi addosso per i suoi problemi amorosi ”.

Un rapporto difficile con la famiglia. “Salvo mio padre che ora non c’è più e il mio caro fratello.  Noi abbiamo dimostrato la nostra nobiltà tacendo per tutti questi anni, e continuiamo a farlo anche adesso, perché siamo signori”.

L’ultima telefonata 12 anni fa. “L’ultima volta che ci siamo sentite è stato circa 12 anni fa – ci racconta -, con una telefonata piena di insulti. Quella è stata l’ultima volta che ho parlato con mia sorella. In questa telefonata lei mi ha chiamata in tutti i modi dandomi persino della poco di buono. Gli ultimi insulti di un’intera vita di insulti”.

È agitata Betty e non nasconde di soffrire molto. “Sono fragile – dice -. Una roccia da vedere, ma dentro cela una persona che si è chiusa molto in sé stessa, che non ha mai avuto giustizia. Ero la stupida, la tonta, mai una parola buona nei miei confronti. Ho sofferto di depressione grave, ad oggi sono claustrofobica e soffro di stati d’ansia”.

Eppure Betty Martinetti è una donna che ha lottato per costruirsi un’identità forte, indipendente da quella di sua sorella. “Anche io ho fatto qualcosa nella vita. Magari la mia storia non è da ugola d’oro o da ‘Zoccoletti e boccalini’, ma ho creato sei scuole di teatro e formato stupendi allievi, alcuni anche di successo. Ho cercato di fare qualcosa di positivo e di dare amore, l’amore che a me è mancato. Mi sono ricostruita da sola, mattone su mattone, non portando via niente a nessuno. Quando, giovanissima sono rimasta incita e dopo aver fatto la Cenerentola in casa mia per anni sono fuggita, sapevo a ciò cui andavo incontro, eppure ce l’ho fatta. Io non ho mai indossato una maschera”.

Di fronte all’eventualità di dover affrontare la questione dell’eredità Betty si irrigidisce. “È un argomento che non mi interessa e mi imbarazza. Io non mi aspetto nulla e poi, sinceramente, non credo ci sarà nulla da aspettarsi”. E non nasconde d’essere restia a presentarsi al funerale di sua sorella: “Non credo che ci sarò anche se non mi sento di dire categoricamente no. Il mio timore è di avere una brutta sorpresa e trovare persone con le quali non ho più buoni rapporti”.

Davide Milo

 

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