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ASCONA"Ticinesi, dovete trattare meglio gli svizzero-tedeschi"

12.04.11 - 14:06
Lorenzo Sonognini, nuovo direttore del Monte Verità: "Per la rinascita del turismo ci siamo anche noi!" Video: ecco cosa pensano i ticinesi degli svizzero-tedeschi
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"Ticinesi, dovete trattare meglio gli svizzero-tedeschi"
Lorenzo Sonognini, nuovo direttore del Monte Verità: "Per la rinascita del turismo ci siamo anche noi!" Video: ecco cosa pensano i ticinesi degli svizzero-tedeschi

ASCONA – “La rinascita del turismo ticinese? Deve passare per forza anche da noi”. Ha già le idee chiare Lorenzo Sonognini, 41 anni, nuovo direttore del centro culturale Monte Verità ad Ascona. Entrerà in carica ufficialmente il prossimo primo di agosto al posto di Claudio Rossetti, uno che per anni ha cercato di avvicinare il Monte Verità ai ticinesi. E viceversa. Un’utopia per ora. Perché il processo è più lungo di quanto si potesse immaginare. Anche perché la struttura locarnese, per il ticinese medio, continua ad essere abbinata unicamente alle attività esoteriche e filosofiche. “E invece propone molto di più – sbotta Sonognini –. Ma il problema a mio avviso è anche un altro: si potrebbero creare dei ponti tra il Monte Verità e i commercianti sul territorio. Ci sono però tante resistenze…”

A tal proposito Rossetti in un’intervista a Ticinonline disse: ‘Non si può continuare a dare degli zucchini agli svizzero-tedeschi’… Lei cosa ne pensa?
Condivido. I turisti ci fanno comodo. Ma allo stesso tempo ci danno anche fastidio. Parlo per esperienza, essendo attivo per diverse istituzioni in Valle Verzasca certe cose mi balzano all’occhio. E non mi riferisco solo ai cittadini comuni, bensì anche ad alcuni commercianti e ristoratori. Gentili, certo. Ma spesso non disposti a concedersi completamente al turista. C’è sempre una sorta di freno. Non si impegnano più di tanto per dare un vero senso di accoglienza al settore. Gli ‘zucchini’, come li chiama qualcuno in modo dispregiativo, hanno bisogno di tante attenzioni invece. Tornando alla gente comune, ci sono addirittura ticinesi che preferiscono frequentare la valle in inverno perché almeno non ci sono i turisti. Il turismo è vissuto da alcuni come un’invasione. In altri Paesi non è così: operatori e popolazione hanno il senso dell’ospitalità nel DNA. 

Cosa ha a che fare tutto questo con il Monte Verità?
Se non assumiamo una mentalità davvero turistica è chiaro che è difficile creare delle sinergie con il territorio. Mi riferisco ad esempio a offerte promozionali per persone che sono in Ticino per vacanza. Il Monte Verità dovrebbe iniziare a essere visto come una risorsa per chi si occupa di turismo sul territorio. Non come qualcosa di alieno, destinato solo agli intellettuali. Il fatto è che in Ticino a volte ci si limita a dare da mangiare e da dormire ai nostri ospiti. In realtà occorrerebbe creare un territorio che sappia accogliere, dare il benvenuto, nel vero senso del termine. E questo lo si fa anche attraverso l’offerta culturale, ricreativa. È qui che il Monte Verità può avere un ruolo determinante.

Il turismo però è stagionale. I ticinesi invece vivono sempre in Ticino. Salvo eccezioni, portare il ticinese medio sul Monte Verità è ancora difficile. Troppo per una struttura che si vanta di essere un punto di riferimento per il territorio. Non trova?
C’è uno scollamento, è vero. Negli ultimi anni, però, l’offerta si è fatta sempre più variegata, a 360 gradi. La nostra attività principale è quella seminariale. Ma ci sono proposte di intrattenimento per tutti i tipi di pubblico. 

Sì, ma il ticinese medio continua ad abbinare il Monte Verità ai ‘Balabiott’. Forse a livello di comunicazione dovreste uscire un po’ di più sul territorio. Che ne dice?
Sicuramente c’è da fare di più. Ma non sono processi che si risolvono in poco tempo. Al contrario, sono molto lenti. Cambiare una mentalità non è un’impresa facile. Certo, io ci proverò. Ci credo. Altrimenti non avrei accettato di sedermi su questa poltrona.

P.M.
 

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