Controlli nei locali notturni, l'Associazione dei night: "Situazione paradossale"

BELLINZONA - Dura posizione da parte del presidente dell’Associazione dei locali notturni del canton Ticino, Sandro Iaria, nei confronti delle recenti oparazioni di controllo da parte della polizia cantonale nei locali a luci rosse e nei night club.
Il gruppo Teseu, la ‘buoncostume’ della Polizia cantonale ticinese, ha effettuato controlli a tappeto negli scorsi giorni in 17 locali notturni in tutto il Ticino. Le ragezze erano tutte in regola, solo una non aveva aveva i requisiti per poter lavorare in Svizzera.
Su questi controlli però il presidente dell’Associazione dei locali notturni, ha voluto dire la sua, e intervistato da laRegioneTicino ha messo in luce una situazione definita paradossale. "Premetto che i controlli sono bene accetti da tutti i proprietari o direttori di night club – ha dichiarato Sandro Iaria, – anche perché in un certo senso intimoriscono i balordi che frequentano questi posti. Se vanno altrove, ci fanno un grosso favore. Detto questo, vorrei però far rilevare che in Ticino siamo arrivati al paradosso che i locali in regola sono trattati alla stessa stregua delle case a luci rosse. Vuole che le faccia un esempio? Se su 95 ballerine controllate da Teseu lunedì scorso ce n’è una sola che aggira le norme, cosa si dovrebbe dire delle oltre 500 che la polizia monitora nei bordelli e delle quali oltre i due terzi sono irregolari? La tendenza è che si chiude non solo un occhio ma tutte e due nei confronti di chi è abusivo".
Secondo Sandro Iaria la politica adottata dal governo cantonale sarebbe contraddittoria. "Da una parte - dice - vuole cancellare i permessi L per le ballerine che arrivano da paesi che non fanno parte dell’UE, dall’altro vuole introdurre un permesso di lavoro provvisorio per prostitute illegali provenienti da ogni dove. Mi chiedo dove voglia arrivare lo Stato Vuol forse creare un Ticino pieno di ragazze irregolari? Sembra quasi che a Bellinzona s’intenda agevolare l’illegalità".




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!