Sergio Arigoni: "Semplicità, trasparenza, amore per la terra e per chi la abita"

Cantonali 07. Intervista ad un candidato fuori dalla norma: Sergio "Seo" Arigoni. In corsa con i Verdi per il Consiglio di Stato ed il Gran Consiglio.
Lei è di famiglia liberale. Perché candidarsi con i Verdi?
"Semplicemente poiché come essere libero, né di destra, né di centro né di sinistra, nel gruppo dei Verdi ho trovato persone che vivono e si impegnano secondo e per dei valori che sono anche i miei: la semplicità, la trasparenza, l’amore per la terra e per chi la abita, la schiettezza, l’onestà, la mancanza di interessi privati e personali da difendere, l’indipendenza da lobby di ogni genere, la coerenza e la profonda volontà di gestire la cosa pubblica con correttezza. Reputo questo gruppo - che in gergo politico si dice “partito” - l’unica alternativa per un reale cambiamento".
Allarme clima dell’ONU. Lei che ne pensa?
"E’ più che mai importante che ognuno di noi, e sottolineo noi poiché l’insieme fa differenza, cambi il proprio atteggiamento nei confronti della natura e dell’ambiente. E’ giunto il momento, e siamo ancora in tempo, di passare tutti assieme dalle parole ai fatti".
E quando ha visto il film di Al Gore “Una scomoda verità”, che s'è detto?
"All’uscita del film ho potuto vedere e parlare con tante persone consapevoli che stiamo andando nella direzione sbagliata. Siamo in vacanza su questo pianeta per 70-80 anni e lo riduciamo quotidianamente a nostro sacco della spazzatura noncuranti del fatto che, senza il mondo, questa vacanza non sarebbe possibile. Si dice sempre che vogliamo un mondo migliore per i nostri figli: impegniamoci perché sia veramente così".
Se le dico lobby e partitocrazia lei che mi risponde?
"Dal dizionario: “partitocrazia: predominio dei partiti, in quanto organizzazioni autonome e monopolistiche, che tendono a sostituirsi al parlamento (da noi eletto quindi al popolo e quindi a noi) nella determinazione della vita politica dello Stato e che estendono la loro influenza in ogni campo della vita di una collettività (quindi la nostra)”. “Lobby: gruppo di persone che sono in grado di influenzare a proprio vantaggio l’attività del legislatore (il parlamento da noi eletto, quindi il popolo e quindi noi) e le decisioni dei governanti (anch’essi da noi eletti) riguardo a determinati problemi soprattutto economici o finanziari. Viste le definizioni, le mie aggiunte (tra parentesi, ndr.) ed i recenti avvenimenti, mi chiedo se non sia onesto, e ora, di parlare apertamente di “conflitti d’interesse” e se non sia giunto il momento di avere fiducia, eleggendole, in persone che non condividono e che non partecipano a questo modo di gestire la cosa pubblica".
"Anche lo spreco di un solo franco di noi contribuenti è di troppo".
Si spieghi meglio...
"A questo proposito rendo partecipi i lettori, avendo l’autorizzazione dell’autore, di un estratto di una nota trasmessa da un funzionario dirigente dell’Amministrazione cantonale ai suoi collaboratori: “… dobbiamo trarre soddisfazione dalla consapevolezza di “gestire la cosa pubblica” nel corretto modo, rispettando il principio della necessità del necessario ed il simbolico 1.- CHF che altri, meno fortunati di noi, ci mettono a disposizione per erogare, in modo professionale ed al minor costo, i servizi di cui siamo responsabili. Se terremo presenti questi valori in ogni momento in cui saremo chiamati a prendere delle decisioni, ci sentiremo bene con noi stessi e gratificati dal nostro lavoro. Se ognuno di noi, chiamato a gestire la cosa pubblica, seguisse questa idea, certamente gli sprechi sarebbero ridotti al minimo e ciò a vantaggio, ancora una volta, di tutti i contribuenti".
Soldi: in Ticino ce n’è per tutti?
"Se il turismo “girasse” come dovrebbe, se si spendesse ogni franco con oculatezza a favore dell’ambiente e dei cittadini e, la cosa più importante, se tutti quelli che hanno la possibilità di farlo, dessero qualche cosa a chi ne ha meno - contribuendo correttamente secondo le proprie disponibilità -, sono certo che la maggior parte dei ticinesi potrebbe beneficiare di ulteriori sgravi".
Lei ha lavorato con Carla del Ponte e con Marina Masoni. Che donne sono?
Sempre su Marina Masoni: vorrebbe il raddoppio del Gottardo e sei corsie autostradali tra Lugano e Chiasso. Lei che ne pensa?
"Ripensando al film di Al Gore, penso che sia giunto il momento di non più scherzare con la cementificazione del territorio e l’aumento del traffico: pochi ne traggono vantaggio, tutti ne subiamo i danni. Mi chiedo se tutti noi vogliamo davvero avere un traffico come a Milano, respirare aria sempre più inquinata da altri camion che faran su e giù per il Ticino a portare i rifiuti sino all’inceneritore di Giubiasco per poi trasportarne le ceneri tossiche alla Valle della Motta nel Mendrisiotto. Cara Marina, anche per il bene di tuo figlio e non solo i nostri, ripensaci per favore e mi permetto, già che ci sono, di chiedere al Consiglio di Stato di ripensare anche alla questione dell’inceneritore poiché nel mio quotidiano non ho ancora trovato una sola persona, ticinese o residente, che lo voglia".
"A passare dalle parole ai fatti, a metterci parecchio del mio e della mia famiglia (che amo e ringrazio per essermi vicino in questa avventura), ad essere maggiormente d’esempio per i miei figli e i giovani - poiché è con l’esempio che li educhiamo - ma soprattutto a capire che prima di essere sopra o sottocenerini, ticinesi, mussulmani, svizzeri, cristiani, europei o buddisti, siamo tutti esseri umani".




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