Monica Bellucci prostituta per sesso e per amore al Cinema Corso

LUGANO - È in programmazione da oggi al Cinema Corso di Lugano ''Per sesso o per amore?'', il film di Bertrand Blier che vede Monica Bellucci nei panni di una prostituta contesa tra Bernard Campan, nelle vesti di un impiegato, e Ge'rard Depardieu, che interpreta un gangster.
Un film costruito sulla e per la Bellucci, come precisato da Blier in un'intervista, dove afferma che ''non lo avrei fatto con un'altra. Non avrebbe avuto alcun senso. Il personaggio di Daniela -ha aggiunto il regista- esiste solo perche' un giorno sono andato a vedere il film di Gaspar Noe', 'Irre'versible', che ho adorato. Monica mi ha colpito moltissimo. In tutta la storia del cinema non avevo mai visto una cosa del genere''. L'accoppiata con Campan, nelle intenzioni di Blier, ha significato ''mettere insieme una donna meravigliosa ed un uomo che e' la quintessenza del francese medio''. François-Campan, infatti, interpreta un cliente di Daniela-Bellucci, una squillo di lusso a Pigalle tentata tra una vita normale da lui propostale ed il mondo della notte, cui e' legata attraverso la figura di Charly-Depardieu.
raccontare quest'esperienza cinematografica- Il personaggio di Daniela da me interpretato e' eclettico, dalle molte sfaccettature; non si tratta, infatti, di una prostituta sottomessa, ma che tiene le redini di tutte le situazioni, e questo nella realta' non esiste. Per questo -ha continuato l'attrice- si tratta di un film teatrale, ma anche femminista, e cito a riguardo 'Bocca di Rosa' di De Andre', che racconta di una donna dispensatrice di amore. Daniela non puo'
resistere all'amore, quindi si tratta di un personaggio selvaggio. Mi sono molto divertita a girare questo film francese d'autore, e ne serbero' sempre un buon ricordo, anche personale''.
spogliarti al cinema devi essere a tuo agio, e questo mi e' accaduto con Blier, da cui mi sono sentita protetta ed amata''.
La Bellucci partirà in questi giorni per gli Stati Uniti per girare un film. Le riprese della pellicola statunitense, per la regia di Michael Davis, si svolgeranno tra New York e Toronto, e vedono nel cast Clive Oven, tra i protagonisti di ''Closer'' con Jude Law e Julia Roberts. ''Si chiamera' 'Shoot the map' -ha informato Bellucci- e si tratta di un thriller, all'interno del quale c'e' anche una storia d'amore. Sono molto contenta, sia della sceneggiatura che del cast''.
culturale, ma anche quello scientifico. Penso alla legge sulla fecondazione, che penalizza quelle donne che non hanno la possibilita' economica di andare fuori, e questo solo per un gioco politico, per avere voti. Lo trovo davvero sconvolgente''.
La parola alla critica
La Stampa: "(...) il film non è ben riuscito, troppo statico e ripetitivo, troppo spesso fermo in contemplazione innamorata sull’attrice".
Film TV: "(...) Battute da reality-show (...), da osteria travestita da pub (...), da camionisti (...), si mischiano al saccheggio della lirica italica, da Verdi a Puccini, e a un delirio autoriale che si permette tutto e il suo contrario, fregandosene del pubblico".
Il corriere della sera: "(...) Blier, che ha da sempre un’idea folk del sesso, omaggia la splendida Bellucci e l’Italia, con melodie d’opera, panni stesi, il fruscìo di 25 sottovesti alla Loren, ma non indovina la chiave di un film chiuso nel suo mistero. Troppo ambizioso per essere un divertimento sull’illusione dei sentimenti, il noir non ha forza surreale e non esprime un’ossessione e una disperazione dei sensi".
la Repubblica: "Considerando che protagonisti assoluti sono il suo corpo e la sua bellezza c'è da complimentarsi con Monica Bellucci (...) per non essersi piegata a una mera strumentalizzazione, per non essersi resa puro oggetto. Governa il ruolo con molto spirito e, se la parola non suonasse tronfia e altisonante, diremmo con autorevolezza. Il film scorre divertente almeno fino a quando s'incarta fellineggiando per la tangente onirica".
Il Messaggero: "Riassunto così il film di Blier perde l'essenziale, che sta appunto nei dialoghi. Paradossali perché dicono tutto ciò che per lo più resta taciuto o appena accennato; e recitati in prima persona anche se scritti in uno stile ironico e oggettivo che può ricordare le didascalie dei fumetti. Come se questi personaggi-cliché il Maschio medio, la Puttana generosa, il truce Malvivente consapevoli del loro essere cliché, si guardassero vivere dall'esterno. E bisogna dire che se la commedia ci mette un po' a prendere il via (faticosa la prima parte, e scopertamente patetico l'episodio dell'amico medico Darroussin che nasconde un terribile segreto), lo humour rosa e nero del divertito Blier alla fine decolla. Anche grazie a piccole ma efficaci trovate di regia (quando lo scettro del potere passa di mano, tutto il film non è che una lotta di potere nella coppia, l'illuminazione della scena cambia di colpo). E a una serie di personaggi di contorno assai felici, come la vicina araba e magrolina che ruba prima la scena e poi l'uomo (ma una volta sola...) alla statuaria Bellucci (una bravissima Farida Rahouadj). O il coro ironico dei colleghi di Campan, che stupiti dalla sua trasformazione finiscono per spiarlo, pedinarlo, infilarglisi in casa tutti insieme. Perché non bisogna essere egoisti, tanta felicità va per lo meno divisa. E il gioco scoperto sull'Italia e i suoi cliché, con arie liriche spalmate a piene mani sulla burrosa protagonista, incornicia a dovere questa commedia perfida e ottimista dominata da un cast al diapason."









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