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"D.Loft Lounge Project", ecco il primo bar gay-lesbo del Ticino

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"D.Loft Lounge Project", ecco il primo bar gay-lesbo del Ticino
LUGANO - Una decina di giorni fa ha aperto i battenti in via Clemente Maraini a Lugano-Loreto un bar dichiaratamente gay-lesbo. Per ora è l'unico del genere in Ticino. Ne abbiamo parlato con uno dei quattro gestori, il chiassese Marco Arosi...
LUGANO - Una decina di giorni fa ha aperto i battenti in via Clemente Maraini a Lugano-Loreto un bar dichiaratamente gay-lesbo. Per ora è l'unico del genere in Ticino. Ne abbiamo parlato con uno dei quattro gestori, il chiassese Marco Arosio.

Che tipo di locale è?

"E' l'unico bar dichiaratamente gay-lesbo del cantone. L'idea è quella di creare un ritrovo per ragazzi e ragazze gay, ma aperto al pubblico. Tutti sono i benvenuti. Vogliamo creare un ambiente dove incontrarsi, discutere, confrontarsi e divertirsi".

Il cliente tipo, finora?

"La maggioranza sono uomini, diciamo l'80%. L'età è mista, si va dal 18 al 60enne. E questo è molto positivo".

Da dove vengono?

"Tanti ticinesi, ma anche degli italiani".

Che ambiente offrite?

"E' un pub con due locali: una zona bar al pianterreno ed una saletta al primo piano. Sotto si può stare con la massa, sopra ci si può appartare. L'arredamento e lo stile, pensati dal gestore precedente, sono molto caldi e ci sono piaciuti da subito. Dunque abbiamo tenuto quello che c'era e ridefinito alcuni dettagli. E non dimentichiamo mai un sottofondo di musica soft".

Avete appena aperto: i clienti ci sono?

"Di giorno pochi. L'affuenza per ora è più che altro serale. E così per aumentarla abbiamo chiesto l'autorizzazione per locale serale-notturno (chiusura alle 4.00 del mattino), ma ci hanno consigliato di iniziare con il giornaliero e di vedere l'impatto che si ha con il vicinato. Noi cerchiamo il quieto vivere. Ma non rinunciamo al progetto dell'apertura serale. Comunque posso dire che per essere all'inizio stiamo lavorando bene. La sera abbiamo tra le 40 alle 100 persone, anche 120 nei weekend. L'affluenza c'è. Ed il bisogno di avere un locale del genere pure. L'accoglienza è stata positiva".

I locali gay, finora, in Ticino, non è che abbiamo avuto un gran successo. In genere sono durati pochi mesi e poi hanno chiuso i battenti...

"Noi siamo quattro ragazzi. Ognuno di noi ha un'attività principale al di fuori di questo bar. Quindi non lo facciamo solo per uno scopo di lucro. In sostanza una volta che abbiamo coperto le nostre spese siamo contenti. L'unica stipendiata è una ragazza che abbiamo assunto come gerente. Le premesse sono buone".

Prevedete della serate speciali?

"Si. Le faremo una volta al mese. A partire da maggio. Delle serate evento, come dei sigle party, o delle serate tematiche con un sottofondo di musicale particolare".

Il nome ha un senso preciso?

"La sigla D.Loft non ha un senso. E' stato scelta perché erano state fatte della serate gay in discoteca e s'è deciso di riprendere quel marchio".

Siete legati a qualche associazione?

"No. Ma abbiamo cercato un contatto con l'associazione Collegati, che al contrario di noi è più femminile. Per ora si sono mostrati reticenti. Gay e lesbiche non sempre vanno d'accordo. Un peccato, perché uniti potremmo organizzare molte più cose. Ma non è detto che in futuro si possa collaborare".

Problemi, finora?

"Abbiamo avuto dei problemi con la Polcomunale di Lugano a causa dell'insegna. Ci hanno detto che la parola "gay" nella scritta "D.Loft Bar-Gay Louge Project", esposta apertamente alle nostre finestre, va contro la morale. Questo perché siamo vicini ad una scuola. Ed allora, per il quieto vivere, abbiamo deciso di coprirla".

Loreto non è più un quartiere a vocazione notturna: come va con il vicinato?

"Ho sentito dire che il vicinato s'è già riunito per discutere dell'apertura di questo bar gay-lesbo vicino ad una scuola ed in un quartiere, questo, nel quale in passato ci sono stati diversi problemi con la prostituzione. Il nostro però non è un postribolo. E' un bar normale. Ed invito tutti a venire a constatarlo con i propri occhi. Qui non c'è gente che si prostituisce, non c'è gente nuda, non c'è gente che balla sul bancone, non ci sono sale oscure o sale video. E' un bar normale. Ci si trova, si beve qualcosa, si chiacchiera. Tutto qui. Il nostro obiettivo è quello di mantenere questo locale aperto e nella massima trasparenza. La gente deve imparare ad accettare il fatto che un bar gay-lesbo non è differente da qualsiasi altro bar o pub. Questo non è un bordello. E nemmeno un locale a luci rosse".

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