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«No al certificato Covid-19»: è bufera sull'UDC

Il partito raccomanda ai suoi elettori di bocciare la revisione della Legge Covid-19 in votazione il 28 novembre.
20 Minuten / Micheal Scherrer
Il certificato Covid-19 nel mirino democentrista.
Fonte Anja Zingg / 20 Minuten
«No al certificato Covid-19»: è bufera sull'UDC
Il partito raccomanda ai suoi elettori di bocciare la revisione della Legge Covid-19 in votazione il 28 novembre.
Una scelta questa che ha provocato reazioni sdegnate sia a sinistra che al centro. Wermuth: «Bocciando la legge si avranno meno libertà e si rischia anche un nuovo lockdown». Pfister: «L'UDC si conferma partito d'opposizione».
BERNA - Durante la propria assemblea di sabato, l'UDC ha lanciato un attacco frontale alla Legge Covid-19, la cui revisione verrà votata il prossimo 28 novembre. Ben 181 delegati democentristi (su 204) hanno infatti deciso di raccomandarne la ...

BERNA - Durante la propria assemblea di sabato, l'UDC ha lanciato un attacco frontale alla Legge Covid-19, la cui revisione verrà votata il prossimo 28 novembre. Ben 181 delegati democentristi (su 204) hanno infatti deciso di raccomandarne la bocciatura alle urne. 

Al centro della votazione, ricordiamo, vi è pure l'utilizzo del certificato Covid-19 che il Consiglio federale vorrebbe estendere anche per accedere ai ristoranti. Un'idea, questa, totalmente invisa dall'UDC. «Così si crea una società a due velocità», ha precisato il consigliere nazionale e membro di direzione del partito Thomas Aeschi. «Un certificato escluderebbe di fatto una parte della popolazione da molte attività sociali. E questo non lo vogliamo».

«Meno libertà» - La posizione democentrista infastidisce però diversi altri partiti. Il PS, ad esempio, li accusa di voler far breccia tra i corona-scettici, accaparrandosi il loro voto. «L'UDC vuole boicottare la legge sul Covid-19», tuona il co-presidente socialista Cédric Wermuth, secondo cui l'utilizzo del certificato creerebbe le basi per il ritorno a una nuova normalità. «Se questa legge viene respinta - continua - ci sarà meno libertà. Senza il passaporto Covid viaggiare all'estero risulterà estremamente difficile e mancherebbe uno strumento molto importante per far fronte alla pandemia». Nel peggiore dei casi - conclude Wermuth - si potrebbe addirittura arrivare a un nuovo lockdown.

«Ma quale dittatura...» - Anche il presidente del Centro Gerhard Pfister non le manda a dire. «L'UDC dimostra ancora una volta di essere un partito di opposizione. Il fatto che si vada a votare su questa legge dimostra chiaramente che non esiste alcuna dittatura, a differenza di quanto vogliano far credere i democentristi». Per Pfister questa legge è inoltre «un elemento importante per uscire dalla pandemia il più rapidamente e nel miglior modo possibile».

Da sempre contro al certificato - Da parte loro Aeschi e il suo partito respingono le accuse e vanno avanti per la loro strada. «Eravamo già critici sul primo voto di giugno. Ma all'epoca gli aiuti economici erano indispensabili». Ora l'attacco frontale è al certificato Covid. «Tutti coloro che lo volevano sono stati vaccinati e sono ora protetti», sottolinea Aeschi precisando che le misure di protezione «devono essere revocate» e «non ulteriormente inasprite». Il politico UDC è infatti convinto che grazie all'alto tasso di vaccinazione tra gli anziani e la popolazione a rischio, il sistema sanitario non sia più a rischio collasso.

In vigore fino al 18 marzo 2022 - La Legge Covid-19, a ogni modo, resterà in vigore fino al 18 marzo 2022 anche con una bocciatura alle urne. «C'è quindi tempo - precisa Aeschi - di trovare una soluzione per i viaggi». Il politico, infine, rispedisce al mittente anche «l'insinuazione socialista» che accusa l'UDC di puntare sugli scettici. «Noi combattiamo per quello che è giusto. Se altre organizzazioni e movimenti condividono i nostri obiettivi, tanto meglio».

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